ESCURSIONE CASERE CHISALIZZA (E)

DISTANZA 2.6 km
dislivello 274 m
da 537 m
a 811 m
durata 0:38
sentieri cai NON INTERESSATO DA SENTIERI CAI

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foto 16

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Interno chiesetta S.Agostino
Interno chiesetta S.Agostino
Casere Chisalizza
Casere Chisalizza
Particolare pista forestale
Particolare pista forestale
Incrocio su pista per Casere Cripizza
Incrocio su pista per Casere Cripizza
Resti di un vecchio catino per raccolta acque piovane
Resti di un vecchio catino per raccolta acque piovane
Pista forestale
Pista forestale
Monte Musi
Monte Musi
Chiesetta di S.Agostino
Chiesetta di S.Agostino

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descrizione

titolo ESCURSIONE CASERE CHISALIZZA (E)
avvicinamento

L'escursione parte dal piazzale antistante l'Albergo "Alle Sorgenti" di Musi. Da Tarcento si seguono le indicazioni per Lusevera - Alta Val Torre. Dopo aver superato Ciseriis (frazione di Tarcento) si risale la vallata per raggiungere prima Vedronza e successivamente Pradielis. Da Pradielis si prosegue sulla SS 646 per circa altri quattro chilometri prima di giungere a Musi. Un centinaio di metri oltre la galleria sulla sinistra troviamo la piazzola da dove parte l'escursione. L'itinerario si sviluppa esclusivamente su pista forestale con fondo in ghiaia. Soltanto i tratti più ripidi sono stati cementati per evitare una facile corrosione del manto in caso di violente piogge. Non comporta alcun problema, ad esclusione della pendenza, e potrebbe anche essere percorsa con carrozzine purchè il conducente abbia una buona forza nelle braccia. Naturalmente puo' tranquillamente essere utilizzata per MTB e nel periodo invernale, neve permettendo, anche per cjaspe.
LA TRACCIA DEL PERCORSO TIENE CONTO SOLO DELL'ANDATA PER CUI VANNO AGGIUNTO ALTRI 2,6 KM PER IL RITORNO A VALLE.

descrizione
SEGNAVIA BIANCO-ROSSA CONTRADDISTINTA DALLA LETTERA “E” L’escursione che porta alle Casere Chisalizza prende l’avvio a Musi in località Sorgenti del Torre dove è possibile parcheggiare il veicolo sulla piazzola a sinistra della SS 646 per Uccea. Inizialmente percorriamo la strada statale per 500 mt., e subito dopo il secondo tornante inizia sulla destra (545 mt.) una pista forestale, preclusa agli autoveicoli, che dopo 2 km con 240 mt. di dislivello ci porta al caratteristico B.go di Casere Chisalizza. La pista alternando tratti in ciottolato a brevi tratti cementati, dove la pendenza supera determinati dislivelli, ricalca quasi fedelmente il tracciato del vecchio sentiero che conduceva i valligiani alle casere utilizzate per l’alpeggio in un tempo non molto lontano. La pista per i primi 200 mt. sale fino ad un primo breve tratto cementato (0,70 km - 560 mt.) con pendenza moderata; pendenza che si accentua nel proseguo del cammino. Superiamo così 2 tornanti, fino a giungere vicino ad un traliccio dell’Enel (1,10 km - 608 mt.) in località Olouie. Qui troviamo un complesso di 5 croci commemorative, dette croci Tasaliesu, risalenti ai decenni a cavallo dell’800/900. Questa zona costituiva in passato un antico bivio e un luogo di sosta delle popolazioni locali, che transitavano con le gerle colme di fieno o dei prodotti caseari da vendere o scambiare a Tarcento. Le croci ricordano alcuni incidenti mortali avvenuti lungo questa antica via di comunicazione nel periodo che va dal 1853 al 1912. La flora del sottobosco è ricca e variegata ed in questo punto si possono ammirare in primavera estese fioriture di mughetti profumati. Dalla località Olouie riprendiamo a salire più lentamente fino al successivo tratto cementato (1,5 km - 648 mt.). Di fronte osserviamo l’appendice nord-est del M.te Postoncicco che con i suoi massicci rocciosi pare una barriera insormontabile. Poco più avanti attraversiamo una piccola abetaia al termine della quale il tratto cementato lascia posto al fondo ghiaioso. A lato si staglia la sagoma del M.te Musi alle cui pendici sono situati i piccoli borghi di Musi. Sopra uno degli innumerevoli spuntoni che caratterizzano la sua catena montuosa si può scorgere il rifugio Brollo, facilmente riconoscibile anche per la sua caratteristica colorazione rossa. La pista alterna tratti più ripidi a tratti quasi in falsopiano e dopo altri 400 mt. (1,90 km - 716 mt.) incontriamo l’ennesimo tratto cementato. Più avanti (2,00 km - 730 mt.) si stacca, a destra, un sentiero che permette di raggiunge, con una scorciatoia, le Casere Chisalizza mentre a sinistra della pista scende una strada sterrata che porta nei pressi di una prima piccola baita. La zona attraversata dalla pista forestale è coperta da estese faggete, dove trovano ospitalità anche parecchi carpini neri, caratterizzanti il versante nord del Gran Monte, ed è molto frequentata da cinghiali, caprioli, volpi ecc. Qualche anno addietro è stato avvistato anche un piccolo orso probabilmente giunto dalla vicina Slovenia. La consapevolezza dell’opportunità che questi animali hanno di tornare tra i nostri monti non deve spaventare assolutamente gli escursionisti, in quanto gli incontri ravvicinati sono praticamente impossibili. E’ invece possibile ricercare le tracce del loro passaggio ed apprezzarne quindi la presenza in modo indiretto. Non mancano neppure piccoli animali del bosco quali ghiri e scoiattoli saltellanti da un ramo all’altro degli alberi. Nei fine settimana e maggiormente nel periodo estivo il cielo azzurro è solcato da variopinti parapendii che utilizzano la zona di Musi per le loro evoluzioni. Alcune decine di mt. più avanti termina il tratto cementato (2,10 km - 740 mt.) e cammin facendo notiamo sotto il ciglio della pista forestale i ruderi delle prime Casere Chisalizza (2,40 km - 761 mt.). Da qui la pista prosegue in moderata salita fino ad una biforcazione (2,50 km - 770 mt.) da dove si sale a destra per raggiungere il nucleo di casere più consistente con la graziosa chiesetta dedicata a Sant’Agostino. Sullo slargo antistante le vecchie costruzioni v’è pure un grosso tiglio (2,60 km - 790 mt.) diventato quasi l’emblema di Casere Chisalizza. VARIANTE: Alla biforcazione anziché dirigersi a destra possiamo proseguire a sinistra sulla pista forestale in moderata salita per raggiungere dopo circa 2 km la piazzola dalla quale parte il sentiero CAI 711 (900 mt.) che porta alla cima del Gran Monte. Scendendo di qualche centinaio di metri possiamo raggiungere i ruderi degli Stavoli e le Casere Cripizza (anch’essi un tempo meta dell’alpeggio dei valligiani di Pradielis). Per il ritorno è necessario ripercorre a ritroso lo stesso itinerario dell’andata ma possiamo anche, continuando ancora per 1,5 km, raggiungere la strada statale per Uccea in località Sriegnibosch per poi fare rientro alle Sorgenti del Torre. LE CASERE CHISALIZZA – Il curioso agglomerato di “stavoli” Chisalizza può essere considerato, con la chiesetta di Sant’Agostino, villaggio rurale a pieno titolo. Esempio che rispecchia la cultura e le tradizioni slave presenti nelle Prealpi Giulie, riconducibili ad analoghi esempi della vicina Val Resia. Un primo insediamento rurale a Chisalizza, dove sicuramente esistevano già fienili e ricoveri per il bestiame viene fatto risalire negli anni 1850-1860. Risale invece al 1912 una prima citazione inerente le Casere Chisalizza quando vengono indicate come “stavoli”, costruzioni molto diverse dalle malghe carniche. Successivamente viene pubblicata un’analisi dettagliata dell’area, che elenca le più belle costruzioni in muratura, più o meno grandi, ben rifinite e generalmente a due piani con tetto a due falde, cisterna per l’approvvigionamento idrico e l’ordinata suddivisione catastale. Caratteristici sono anche i prati ed i campetti coltivati, da cui si ricavano notevoli quantità di foraggi e di ottimi prodotti agricoli. Al centro del villaggio rurale sorge la chiesetta dedicata a Sant’Agostino eretta nel 1934 a seguito della posa di una campana già nel 1925, quale desiderio e voto di Culino Giovanni, capo borgo a Chisalizza e sacrestano presso la chiesa di Pradielis, e Culetto Angela, che dedicò lavoro volontario e risparmi propri per erigere la chiesetta. In passato la vita del villaggio iniziava ai primi di maggio, quando le famiglie di Pradielis al completo si trasferivano con gli animali per le tradizionali attività stagionali. L’esodo migratorio vedeva una cinquantina di persone con mucche, pecore, capre e maiali trasferirsi a Chisalizza fino alla fine di settembre. Dopo i primi lavori di pulizia delle abitazioni e dei pascoli, iniziava la vita dell’alpeggio che era improntata alle produzioni agrarie, a quelle casearie ed alla raccolta dei frutti. Prodotti che venivano in parte venduti o scambiati nelle città di pianura e in parte conservati per uso privato. Dopo la seconda guerra mondiale e l’avvento dell’industrializzazione, le attività della montagna vennero gradualmente abbandonate. Ne seguì il progressivo inselvatichimento dei prati e la riconquista delle specie arboree del bosco primitivo, quali carpino nero, acero di monte, frassino, faggio, ontano, ciliegio selvatico e maggiociondolo. La terza domenica di agosto presso le Casere Chisalizza viene organizzata una manifestazione in occasione della ricorrenza di Sant’Agostino frequentata da un pubblico sempre crescente composto oltre che dagli abitanti del Comune di Lusevera anche da persone che abitualmente frequentano l’Alta Val Torre.

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ESCURSIONE CASERE CHISALIZZA (E)
274m di dislivello SEGNAVIA BIANCO-ROSSA CONTRADDISTINTA DALLA LETTERA “E” L’escursione che porta alle Casere Chisalizza prende l’avvio a Musi in località Sorgenti del Torre dove è possibile parcheggiare il veicolo sulla piazzola a sinistra della SS 646 per Uccea. Inizialmente percorriamo la strada statale per 500 mt., e subito dopo il secondo tornante inizia sulla destra (545 mt.) una pista forestale, preclusa agli ...
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