ESCURSIONE DEL TORRENTE MEA ( Z )

DISTANZA 5.7 km
dislivello in salita 75 m
dislivello in discesa 64 m
durata 1:06
sentieri cai SI SVILUPPA PARZIALMENTE SUL SENTIERO CAI 719

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foto 28

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Sulla strada del ritorno
Sulla strada del ritorno
Parte dell'escursione lungo il greto creato dal Torrente Meam
Parte dell'escursione lungo il greto creato dal Torrente Meam
Pista forestale all'interno della faggeta
Pista forestale all'interno della faggeta
Depositi di ghiaia riportati dal Torrente Mea
Depositi di ghiaia riportati dal Torrente Mea
Resrti casera Menon lungo l'itinerario di ritorno.ase
Resrti casera Menon lungo l'itinerario di ritorno.ase
Baita di Gianna Cellino
Baita di Gianna Cellino
Punto più a nord dell'escursione - Attraversamento torrente
Punto più a nord dell'escursione - Attraversamento torrente
Tratto finale dell'escursione
Tratto finale dell'escursione

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descrizione

titolo ESCURSIONE DEL TORRENTE MEA ( Z )
avvicinamento

A Tarcento imbocchiamo la strada statale n.646 che risale l’Alta Val Torre e che porta alla vicina Slovenia. Superiamo Vedronza, Pradielis, Musi con le sorgenti del Torre e proseguiamo fino a località Pian dei Ciclamini dove sulla sinistra si trova il rifugio "Ai Ciclamini". Possiamo parcheggiare davanti al locale. Ritorniamo poi alla statale 646 e dopo averla attraversata iniziamo a camminare lungo la pista all'interno del bosco di conifere. Questo tracciato un tempo veniva utilizzato dalla pista di fondo. Ora purtroppo in vari punti il fondo è stato modificato dalla furia dell'acqua del Torrente Mea durante le sue piene.

descrizione
Iniziamo il nostro cammino dal piazzale antistante il Rifugio “Pian dei Ciclamini” alla destra della SS 646 che porta in Slovenia. L’itinerario si sviluppa esclusivamente lungo il tracciato della pista che nel periodo invernale veniva utilizzata per l’attività dello sci da fondo ed è contraddistinto dalla lettera Z. L’escursione proposta è molto facile, poichè non ci sono asperità o salite di rilievo, e può essere portata a termine dalla stragrande maggioranza degli escursionisti senza alcuna difficoltà essendo il suo dislivello di appena una cinquantina di mt. Anche gli amanti della mountain-bike possono utilizzare questo itinerario per una facile pedalata. Attraversata la SS 646 (795 mt.), imbocchiamo la pista sterrata che si sviluppa all’interno di una piantagione di abeti prendendo a destra. All’interno dell’abetaia troviamo anche le strutture che vengono utilizzate per i percorsi ginnici. Al termine del breve semicerchio, che compie l’itinerario, attraversiamo un primo guado con fondo composto dalla ghiaia (0,30 km) portata a valle dalle piene del torrente e proseguiamo inoltrandoci nuovamente nel bosco. Al primo bivio che incontriamo scendiamo a destra. Percorriamo un’ansa, anch’essa a semicerchio, che ripiega verso sinistra tanto da riportarci quasi sui nostri passi (1,00 km). Saliamo ora leggermente, a destra, e ci immettiamo su un tratto con la sezione molto più larga. La vegetazione che troviamo attorno a noi è composta essenzialmente da abeti, alcuni anche di grosse dimensioni, che ci proteggono con i loro rami dai caldi raggi del sole nel periodo estivo. In questa zona troviamo un fondo ghiaioso costituito da materiale di riporto del Torrente Mea. Più avanti, assieme alle conifere, troviamo anche i primi faggi e gli aceri che costituiranno una presenza sempre più numerosa durante il prosieguo dell’itinerario. Il tratto che stiamo percorrendo non prevede una grossa pendenza e si sviluppa quasi in rettilineo. Raggiunto il greto del Torrente Mea (2,20 km) lo risaliamo diritti. All’incrocio procediamo diritti. La sezione del tracciato in questo tratto è molto più ampia in quanto stiamo camminando lungo il greto sassoso del Torrente Mea, ai lati del quale, accanto agli arbusti più bassi, troviamo anche parecchi salici. Alla nostra destra notiamo le pendici, coperte da estese faggete, del M.te Briniza e poco più avanti del M.te Brinuie. Circa 200 mt. dopo l’incrocio abbandoniamo il greto del torrente per salire nuovamente sulla pista. Di fronte a noi, alla sinistra del M.te Starmaz, notiamo la cima tondeggiante del Monte Nischivarch in Comune di Resia, in passato frequentata zona d’alpeggio degli agricoltori di Gniva. Alla successiva biforcazione saliamo ancora a destra per superare un primo guado cementato (2,70 km). Raggiunto il sentiero, che sale al Gran Monte, scendiamo a sinistra per attraversare il secondo guado cementato. Continuiamo poi per un centinaio di metri fiancheggiando il recinto delle infrastrutture militari, perfettamente efficienti fino agli anni novanta, ma ora in completo stato di abbandono. Alla nostra destra notiamo le estese faggete che ricoprono il M.te Plotovacia e di fronte si ammirano le pendici rocciose e scoscese del M.te Starmaz alla cui base un conoide detritico abbastanza ampio fino agli anni ottanta veniva utilizzato come pista di discesa; sulla sinistra dello stesso sono ancora visibili alcuni resti dell’impianto di risalita. Ora, neve permettendo, questa pista viene utilizzata soltanto per le discese con gli slittini, i bob e i gommoni. Possiamo ora fare una breve deviazione a sinistra per circa 400 mt. così da giungere nella località denominata “Passo Tanamea”. Qui troviamo un fabbricato, abbastanza ampio, la cui parte destra era occupata dal Bar “Da Nella” fino al 2006 mentre la parte sinistra era occupata da una caserma dei Carabinieri. Sullo sfondo s’erge il M.te Plagna Alta, con a sinistra il tratto orientale del M.te Zaiavor, e sulla destra il Roncato. L’inizio del sentiero CAI 711, che viene utilizzato dagli escursionisti per accedere alla cima del M.te Zaiavor, prende l’avvio qualche centinaio di metri dopo il Bar, in direzione di Musi, sulla destra della SS 646. Oltre la statale notiamo un fabbricato, ripristinato nel 2007, che faceva parte integrante delle infrastrutture militari ed alcune baite in legno quasi tutte abbandonate. La zona di Passo Tanamea fu una zona strategicamente molto importante per la difesa dei nostri confini dalle minacce dell’Est Europeo fino alla caduta ed allo smembramento della ex Jugoslavia e dell’URSS. Per decenni imprese private costruirono fortificazioni costituite da cunicoli, camminamenti e depositi sotterranei dove vennero posizionate anche bocche da fuoco indirizzate verso il confine sloveno e parecchie munizioni. Purtroppo tutte queste infrastrutture, mantenute in perfetta efficienza dai militari che occupavano la zona, da quando questi l’hanno abbandonata, sono andate incontro ad un inesorabile degrado; dopo la loro chiusura non è mai stata data a nessuno la possibilità di visitarle nè è stata intrapresa alcuna iniziativa di recupero. Ritornando dalla breve deviazione proseguiamo diritti per poche decine di mt. e quindi pieghiamo a destra per attraversare (3,10 km – 852 mt.) il greto sassoso del Torrente Plotovacia. Riprendiamo la via del ritorno proseguendo all’interno di un boschetto di faggi e di aceri e dopo altri 300 mt. (3,30 km – 860 mt.) incrociamo il sentiero, che sale alla nostra destra, contraddistinto dal segnavia CAI n.711, che prosegue verso la cima del Gran Monte e del M.te Briniza. Percorriamo un breve tratto di questo sentiero passando a fianco dei resti della “casera Menon” sulla destra della quale possiamo notare i resti di un antico lavatoio. Proseguendo lungo il sentiero 711 è possibile raggiungere l’ex Ospedale Militare della Grande Guerra ora denominato “Rifugio Alpino Monteaperta”. Una visita a questa storica struttura è consigliata ma va tenuto presente che per questa escursione è necessaria un’attrezzatura tipica delle escursioni in alta montagna. In passato si sono verificati alcuni problemi a escursionisti improvvisati; è necessario perciò seguire con molta attenzione i segnavia del CAI. La descrizione di questa escursione si può trovare in un’altra sezione. Più avanti attraversiamo un profondo guado costruito con grosse pietre cementate fra loro (3,50 km.) e successivamente la pista fiancheggia una zona prativa che ha resistito alla massiccia invasione di arbusti o alberi ed in particolare dell’acero che è la specie arborea più frequente in questa zona. Sulla nostra destra possiamo notare una mangiatoia utilizzata per sfamare gli animali nel periodo invernale e un’altana (3,90 km,) dei cacciatori. Superata una leggera curva, che piega a destra, imbocchiamo un rettilineo, dove troviamo anche il bivio (4,0 km - 821 mt.) già attraversato in precedenza; ora però proseguiamo diritti. Al termine di una breve salita continuiamo la nostra camminata scendendo a sinistra con un dolce saliscendi. Dopo altri 800 mt. ci troviamo a passare a fianco di due grossi massi che si trovano alla nostra destra. Poche centinaia di mt. più avanti (5,20 km - 822 mt.) attraversiamo l’ennesimo guado, abbastanza ampio, su uno dei tanti torrenti, generalmente privi d’acqua, che scendono dal M.te Musi. Sulla nostra destra, più a monte, scorgiamo un ponte sulla SS 646 che porta nella vicina Slovenia. In questo punto la pista corre per un lungo tratto parallelamente alla linea che fornisce la corrente elettrica a Passo Tanamea ed a Uccea, frazione del Comune di Resia. Scendiamo lungo la seconda pista alla nostra sinistra, (5,90 km - 815 mt.) e dopo poche decine di metri svoltiamo a destra. Poche centinaia di mt. che ci separano da Pian dei Ciclamini (6,20 km- 795 mt.)

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ESCURSIONE DEL TORRENTE MEA ( Z )
68m di dislivello Iniziamo il nostro cammino dal piazzale antistante il Rifugio “Pian dei Ciclamini” alla destra della SS 646 che porta in Slovenia. L’itinerario si sviluppa esclusivamente lungo il tracciato della pista che nel periodo invernale veniva utilizzata per l’attività dello sci da fondo ed è contraddistinto dalla lettera Z. L’escursione proposta è molto facile, poichè non ci sono asperità o salite ...
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