avvicinamento
Dove parcheggiare: parcheggio nella piazza della chiesa di Subit.
Punto di inizio: il sentiero inizia dalla piazza.
descrizione
Tema del sentiero: LE PIANTE MEDICINALI.
Il percorso è dedicato agli spiriti folletti dei boschi, gli Skcret che alle prime ombre della notte attendono i bambini attardati per rapirli e portarli nel profondo del bosco. Le virtù medicinali delle erbe non hanno segreti per questi esseri ma anche noi ne apprenderemo alcuni percorrendo quest’Anello. La malva emolliente, l’assenzio rinfrescante, il tarassaco diuretico, il biancospino calmante, sono decine le specie con proprietà terapeutiche che crescono spontanee e ci parlano di una sapienza antica.
Dal piazzale della chiesa di Subît e via E. d’Attimis saliamo a sinistra la traccia che nel primo Anello è comune all’Anello 2. Lasciato il paese e superata la strada asfaltata, imbocchiamo il sentiero vero e proprio, caratterizzato nella prima parte da zone che erano coltivate sino non a molti anni fa e ora sono in fase di rinaturalizzazione. Sulla destra sono visibili terrazzamenti sostenuti da muri a secco che presentano alcune pietre di enormi dimensioni per essere collocati ad arte, questi massi ciclopici, hanno richiesto la mano d’opera di numerosi uomini del luogo, grandi maestri in questo campo. Dopo una decina di minuti al termine di una breve scalinata nella roccia, giungiamo ad un bivio. Svoltando a sinistra inizia l’Anello 2 mentre proseguendo a destra si imbocca l’antica “via delle Vacche” (il nome in origine crauje pot) deriva dal fatto che l’ampio tracciato era nel tempo utilizzato per condurre il bestiame sulle distese prative del Jof di Cergneu e nei limitrofi prati di Sant’Anna per la monticazione estiva. Ora il paesaggio è drasticamente cambiato e alle distese prative si è naturalmente avvicendato un bel bosco ad alto fusto di frassini maggiori e aceri montani. Il percorso prosegue pianeggiante, conducendoci all’incontro di una pista forestale in prossimità dell’ampia zona prativa di Za-Uorh. In questo punto è d’obbligo risalire il versante erboso per qualche decina di metri, raggiungendo un punto molto panoramico. Da Sud a Est scorgiamo i vicini Monte Joànaz (1167 m) e Matajur (1650 m); più lontani, in Slovenia, l’inconfondibile Monte Nero/ Krn (2245 m), con a sinistra la vetta del Tricorno/ Triglav (2864 m) la più alta cima delle Alpi Giulie. č
Scendendo lungo la pista forestale per circa mezzo chilometro ed imboccando nuovamente il sentiero poco prima del bivio per Canebola-Prossenicco, proseguiamo nel bosco, attraversando l’asfalto in prossimità della sorgente Brusniza. L’acqua potabile che sgorga tutto l’anno dalla roccia ci invita ad una sosta per dissetarci. Riprendiamo la marcia in discesa, attraversando boschi che in estate regalano ombra e frescura, fino a giungere ad una nuova pista forestale. Tenendo la destra ci dirigiamo verso Cancellier, la borgata bassa di Subît, anch’essa distrutta e ricostruita in seguito al terremoto, più ad Ovest. Dopo aver attraversato un primo ruscello, giungiamo in vista di una abitazione abbandonata, l’unica superstite del sisma del ‘76, che conserva la tipologia rurale del luogo. La colonna e le scale esterne in pietra piasentina, ci svelano la grande abilità degli scalpellini nel modellare questo prezioso materiale da costruzione. Riprendiamo a salire dopo aver attraversato un grazioso ponticello su un pittoresco rigagnolo ricco di cascatelle. Rientriamo nel bosco fitto e dopo aver raggiunto un tornante della strada per Subît, ci rituffiamo nella selva allietati dal rumore dell’acqua del ruscello che un tempo alimentava un mulino. A destra è visibile la chiusa in pietra utilizzata per creare l’invaso, il flusso delle cui acque forniva la forza motrice al mulino. Le pietre squadrate sono mirabilmente accostate e meritano uno sguardo da vicino. Di fronte a noi, qualche metro più in alto, le prime abitazioni di Subît. Siamo arrivati dopo un’ora e mezza di full immersion nella natura e nell’aria pura.