avvicinamento
Si sale in auto fino alla diga del Vajont. Si percorrono i primi 500mt della strada che porta a Pineda (proprio sopra la frana) e si parcheggia nei pressi di una ampia curva a sx.
descrizione
Inizialmente la strada scende e perde circa 30mt, poi una risalita e un tratto semi pianeggiante di sentiero, ci porta sul filo di cresta (30').
Da qui si sale, piegando subito sul lato nord della montagna (sole zero in inverno), inizialmente in maniera molto decisa, poi solo leggermente meno erta. Si sale lungamente, fino a costeggiare la croda Vasei. Si passa sotto la parete nord della montagna, con un buon sentiero, godendo di un ottimo punto panoramico, specie sul Duranno e le montagne sopra Erto. Si continua a salire, piegando a dx, per traccia evidente, affrontando un tratto abbastanza ripido. Si esce su un pianoro che ci porta dolcemente alla casera Vasei. Sosta ristoratrice in questo piccolo ricovero, dove potete trovare solo una spartana tavolata (ma molto spartana) e nient'altro. Si prosegue seguendo sbiadite indicazioni e numerosissimi ometti, che ci portano, prima in un bosco di larici, e poi attraverso una prateria di mughi, alla forcella tra cima Mora (1938mt) e il monte Toc (1921mt). La nostra meta era il secondo, per cui ci siamo portati sulla dx e abbiamo risalito l'ultimo tratto attraversando un corridoio tra i mughi. La sorpresa è immediata, non siamo sulla cima del Toc, ma su una specie di anticima. Bisogna scendere una decina di mt verso la valle del Piave e poi risalire la cima principale, che è caratterizzata da un omettone e una croce ottenuta incrociando due rami di pino mugo. Non c'è il libro di vetta (perchè?).
Panorami a dx e a manca, con Longarone quasi 1500mt più in basso.
Discesa per la via di salita, fatto salvo una scorciatoia per traccia da prendere a 1080mt circa, piegando a dx e scendendo prima in diagonale, poi, dopo aver fatto una foto sulla enorme frana del Toc, giù dritti fino a incrociare il sentiero di salita, molto vicino al punto di partenza.
Escursione di elevato livello storico/culturale, essendo la montagna tristemente famosa per la distruzione di Longarone, causata dalla frana precipitata nel lago.
Una riflessione: dal punto dove il sentiero "tocca" la frana, si capisce come non sia stato il Toc il problema, ma l'idiozia criminale di coloro che non hanno ascoltato quello che la montagna stava dicendo. Cioè, non fate la diga, perchè io non posso resistere alle vostre manomissioni e le conseguenze saranno catastrofiche.
Andate sul posto e capirete perchè.
Il libro di vetta del TOC c'è, io l'ho firmato a Settembre, non è sulla cima ma 50 metri sotto accanto ad una madonnina sulla via normale, impossibile non vederlo