avvicinamento
Da Tarcento percorriamo la SS 646 seguendo le indicazioni stradali "Lusevera- Alta Val Torre". Dopo aver superato Ciseriis risaliamo la vallata fino a Vedronza. Procediamo, sempre diritti, un altro chilometro e mezzo giungendo così a Pradielis. Svoltiamo subito a sinistra per imboccare la strada che ci porta, inizialmente, a Cesariis. Superiamo le case dell’abitato citato e proseguiamo ancora qualche chilometro utilizzando la tortuosa e stretta rotabile fino alla sua conclusione, situata in corrispondenza della frazione ormai disabitata di Pers dove è possibile parcheggiare il nostro mezzo. La partenza dell'escursione è situata in corrispondenza del cartello CAI che ci indica l’inizio del segnavia n.730 (m 598).
BISOGNA PRESTARE ATTENZIONE PERCHE' L'ESCURSIONE PRESENTA ALCUNI TRATTI DI NON FACILISSIMA TRANSITABILITA' PER CUI NON E' CONSIGLIATA PER BAMBINI O ANZIANI.
PER TUTTI E' COMUNQUE CONSIGLIATO UN'ADEGUATO EQUIPAGGIAMENTO DA TREKKING.
IL GRAFICO SOPRASTANTE DELL'ITINERARIO NON CONTEGGIA IL RITORNO DA SELLA FOREDOR A PERS QUINDI I KM. INDICATI RISULTANO ESSERE INFERIORI AI KM. INDICATI NELLA DESCRIZIONE.
descrizione
NEL PERCORRERE QUESTO SENTIERO NON TROVERETE I CARATTERISTICI SEGNAVIA GIALLO-ROSSI PERCHE’ L’ITINERARIO SI SVILUPPA SUL SENTIERO CAI N. 730 E PER BREVISSIMI TRATTI SUI SENTIERI CAI N. 715 – 717 – TPG . VANNO PERTANTO SEGUITI I CLASSICI INDICATORI BIANCO-ROSSI AD USO DEL CAI STESSO.
Giunti all'abitato di Pers (quota 598 m) come precedentemente descritto, parcheggiamo l’auto sfruttando la prima piazzola ed iniziamo la nostra camminata utilizzando l’ultimo tratto di strada asfaltata. Percorriamo 100 metri circa e dopo essere passati alla destra della vecchia fontana iniziamo a salire utilizzando una strada forestale. Questa strada fu costuita originariamente per avere accesso alla zona superiore dove è stato realizzato, dopo il 1976, il paramassi a protezione delle abitazioni sottostanti.
Dallo slargo, dove incrociamo anche dei sentieri di Pers A e D, si innesta dinanzi a noi un’ampia mulattiera, riconoscibile facilmente perché delimitata da muretti a secco (0,90 km). Questa ci porta ad attraversare un rado bosco a sinistra con una breve salita che si conclude nei pressi dei ruderi di un vecchio fabbricato ed una postazione di caccia ( 0,70 km - 682). Proseguiamo successivamente attraverso frastagliati canali fino ad impattarci ad una prima frana che ci costringe ad abbassarsi leggermente verso sinistra. Questa piccola deviazione, è segnalata ed indicata anche dalla segnaletica CAI.
In passato, poco oltre questa deviazione, alcuni volontari gemonesi avevano ripristinato un breveo tratto di sentiero, continuamente soggetto a frane e cedimenti, fissando una fune passamano utile per il sostegno ma che allo stato attuale non è più sicura dato che alcuni ancoraggi sono ceduti ed è pertanto consigliabile seguire la segnaletica CAI. Se invece siete dei camminatori esperti ed allenati, potreste decidere di continuare diritti, utilizzando come al solito la dovuta cautela ed attenzione.
Scendiamo quindi per una trentina di metri per poi risalire sul fianco opposto e continuare in falsopiano immersi in una pineta di pino nero.
All'uscita dalla pineta si affaccia di fronte a noi un secondo ampio circo detritico ed una seconda frana che fa impennare brevemente il sentiero e lo fa arrivare agli sfasciumi del Rio Potcreta (1,70 km - 740) .
Qui troviamo alcuni tratti erbosi più assestati che si alternano a lingue detritiche dove il camminamento si fa invece più esile. Senza particolari problemi risaliamo fino ad uno spuntone roccioso dove il sentiero (1,90 km) ritorna più agevole e ben marcato. Seguono poi alcuni saliscendi ed un tratto quasi orizzontale in cui il sentiero si sdoppia (2,50 km). Seguendo le segnalazioni ci abbassiamo verso sinistra, proseguendo nella faggeta per avvicinansi rapidamente al canalone del rio della Presa (2,80 km).
Oltrepassato l'alveo sassoso il sentiero riprende sul pendio opposto, raggiungendo ed aggirando uno sperone boscato e successivamente con leggeri saliscendi conduce sugli sfasciumi del letto dei due rami del Torrente Vedronza (3,20. Km). Li oltrepassiamo e risaliamo gli sfasciumi del torrente con una certa difficoltà per un centinaio di metri circa (prestare attenzione) dato che la traccia non è ben visibile. E' necessario fare affidamento anche agli “ometti” realizzati dai volontari fra i sassi.
Una volta abbandonato il greto sassoso del torrente (3,40 km), cominciamo la salita utilizzando l'evidente traccia che risale immersa nel bosco e caratterizzata da svolte molto secche e ripide.
Al temine della breve ed impegnativa salita (4,00 km.), la pendenza si appiana ed il tratto successivo è praticamente tutto in falsopiano dove la vegetazione è caratterizzata da piccoli boschetti e radure sempre più ampie. Dopo 4,70 km raggiungiamo la bella insellalura di forcella Foredor (1089 mt.).
Attraversando questo sentiero nel mese di giugno, possiamo ammirare sui prati della forcella, una vera e propria indescrivibile marea di narcisi che con il loro bianco riescono quasi a mascherare il verde dei prati. Non mancano neanche altre fioriture, soprattutto le genziane.
Per raggiungere la forcella ci vogliono dalle 2 alle 2 ore e mezza a seconda dell’allenamento e del proprio passo.
Sulla forcella troviamo un crocevia di cartelli ed una grande croce con il Cristo. Da questo punto in poi parte il sentiero per il M.te Chiampon e la senz'altro più impegnativa attraversata “Alta Via CAI di Gemona”. Possiamo notare, appena alla nostra destra, una piccola croce a ricordo.
Ci manteniamo a sinistra per risalire, in pochi minuti, alla sommità del pascolo di malga Cuarnan. Proseguendo a sinistra imbocchiamo il sentiero che si immette nel bosco soprastante mirando alla vetta del M.te Cuarnan. Questo tratto di sentiero, completamente immerso nel bosco, presenta un fondo abbastanza impervio essendo costituito essenzialmente da pietre e ciottoli che in presenza di umidità permanente o di pioggia potrebbero risultare particolarmente scivolosi.
E’ pertanto richiesta una certa prudenza anche perché il fondo è in parte danneggiato a causa del continuo attraversamento di MTB e di moto da enduro.
Per completare l’ascesa sono necessari circa 45 minuti. Raggiunta la cima panoramica del monte svoltiamo a sinistra e poche decine di metri arriviamo alla chiesetta del Redentore (5,80 km - 1372).
Il M.te Cuarnan rappresenta una cima molto frequentata in tutti i giorni e periodi dell'anno per cui è quasi impossibile non incontrare altri escursionisti specialmente nelle giornate festive. Quando le giornate sono molto limpide, oltre ad ammirare l'intera pianura friulana, possiamo intravedere anche la laguna di Grado e Lignano. Ovviamente, girando lo sguardo invece verso est e verso nord, la visuale spazia anche sugli innumerevoli monti del circondario.
Ora, dopo una visita alla chiesetta e ritorniamo prima di iniziare la discesa nella parte sud del monte stesso. Attraversando questo sentiero nel periodo di fine giugno, possiamo ammirare una distesa di prati ravvivati dal colore arancione del giglio martagone che fiorisce in grosse quantità.
Dopo qualche centinaio di metri notiamo, alla nostra destra, il Rifugio Pischiutti di recente ripristino mentre, e poco più sotto a sinistra, la scultura della vergine del Cuarnan realizzata, come anche la scultura del frontale della chiesetta, dallo scultore arteniese Patat.
Camminiamo ancora per 1.500 metri (7,40 km) fino ad arrivare ad un pianoro che rappresenta un rinomato punto di lancio di parapendìi. In questo punto, più precisamente nel giugno del 2021, si è svolto il campionato mondiale della specialità con la partecipazione di otre 160 concorrenti provenienti da tutto il mondo, di cui solamente 16 di nazionalità italiana. In questa zona si trovano anche i pascoli della malga Cuarnan che andremo a visitare fra qualche istante.
Un’ampia pista forestale, immersa in una fitta faggeta, ci accompagna fino alla malga stessa (8,90 km.). Lungo il cammino, alla nostra destra, notiamo un piccolo laghetto in cui , soprattutto alla fine di giugno, fioriscono diverse ninfee. Quest'ultima pista si sviluppa quasi interamente in falsopiano ad esclusione della parte finale che invece è più ripida e ciottolata.
Presso la malga, dove si pratica naturalmente l’alpeggio, solitamente nei fine settimana delle stagioni primaverili ed autunnali è possibile pranzare. Invece nei mesi di luglio, agosto ed una parte di settembre è aperta tutti i giorni ed oltre ad un buon pranzo, un attimo di riposo è anche possibile acquistare prodotti caseari.
Ripreso il cammino, risaliamo per una lunghezza di circa 300 metri ( 9,20 km) completando così il caratteristico giro in quota e raggiungiamo nuovamente il sentiero, già attraversato all'andata, che ci riporterà a Pers. Per concludere l'escursione ora mancano i 4,70 km. già percorsi all'andata. L'intera escursione presenta, in totale, 14 km di camminata.
Qualora non ve la sentiste di completare tutto il giro, potete tranquillamente decidere di ritornare a Pers dalla sella ma in questo caso l’itinerario si accorcia arrivando a circa 9 km.