avvicinamento
Da Tarcento percorriamo la SS 646 seguendo le indicazioni stradali "Lusevera- Alta Val Torre". Dopo aver superato Ciseriis risaliamo la vallata fino ad arrivare a Vedronza. Procediamo, sempre diritti, un altro chilometro e mezzo per arrivare a Pradielis. Svoltiamo sulla strada che troviamo a sinistra che ci porta, inizialmente, a Cesariis e dopo altri 5-6 km al paesino di Pers. Raggiungiamo l'ultima borgata di Pers dove possiamo utilizzare la piazzola per parcheggiare il nostro mezzo. Per poter affrontare questo sentiero è richiesta una buona esperienza ed un buon allenamento, sia a causa della sua la lunghezza che per la presenza di alcuni tratti non particolarmente semplici ( in particolare l'ultima parte dell'ascesa al Cuarnan e la zona Rio Potcreta). I segnavia giallo-rosso sono presenti solamente nei primi 5/6 km mentre la parte restante dell'itinerario è interessato da sentieri CAI per cui la segnaletica è biancorossa.
descrizione
La partenza dell'itinerario avviene in corrispondenza della piazzola presente della borgata di Pers. La segnaletica con la lettera F è presente fino al campanile della piccola frazione di Montenars mentre il resto dell'escursione è interessata da segnaletica CAI.
La parte iniziale del sentiero rappresenta un’antica via di collegamento fra la Valle del Rio Zimor (a sud) e la Valle del Torrente Vedronza (a nord). L’antichità del tracciato è testimoniata soprattutto dalle evidenti tracce di lastricatura e dalla presenza di un'interessante opera in pietra: il ponte romano. Il manufatto citato attraversa il Torrente Vedronza in un tratto in cui le sponde sono particolarmente vicine. In questo punto il torrente scorre incastonato tra 2 rocce; le medesime costituiscono le fondamenta del ponte che, considerando anche le sue caratteristiche dimensionali, presenta una larghezza di circa 1,70 mt, una lunghezza di una decina di metri con la luce effettiva dell’unica arcata a sesto ribassato di 4-5 metri.
Zaino in spalla, incominciamo a percorrere i primi passi su una strada a fondo asfaltato in leggera salita. Dopo 200 mt, passiamo davanti alla vecchia fontana (anno di costruzione 1947) per poi scendere attraverso la breve scalinata. Quest'ultima venne costruita durante i lavori di ripristino della mulattiera eseguiti, dall'Amministrazione Comunale di Lusevera, nel 2009. Oggi, purtroppo, alcuni scalini sono stati asportati ed altri si sono visibilmente deteriorati. Proseguiamo ancora per 150 mt. (0,35 km) dopodiché svoltiamo verso sinistra ed iniziamo la vera e propria discesa verso il fondovalle.
Il primo tratto è caratterizzato dalla presenza di una ventina di scalini riconoscibili da frontalini in legno sostenuti da due tondini in ferro. La sezione del sentiero, in questo tratto iniziale, appare notevolmente ridotta rispetto al passato e possiamo facilmente notare la presenza di basse murature a monte del tracciato in parte crollate. Ciò ci fa capire, senza ombra di dubbio, che questo tratto in origine era più largo di almeno un metro. Da questo punto in poi la mulattiera prosegue con stretti tornanti dalla pendenza regolare.
Nei punti di maggior pendenza troviamo alcuni scalini in pietra, costituiti da alzate modeste di circa 20-25 cm e da un blocco unico di pietra locale rozzamente squadrato. Qualche decina di metri prima dell termine della discesa troviamo un ponticello che dovremmo attraversare ma, purtroppo, è diroccato e ci obbliga ad attraversare il rigagnolo saltellando su alcune grosse pietre. In occasione del ripristino della mulattiera, venne fissato un cavo in acciaio per facilitare l'escursionista nell'attraversamento del rio ma, in seguito, la furia delle acque smosse le pietre rendendo il cavo tutt'oggi praticamente inservibile.
Ad una trentina di metri da questo punto è visibile, alla nostra destra, una parete rocciosa con notevoli depositi di travertino che il corso d’acqua supera dando origine a delle simpatiche e caratteristiche cascatelle. 100 metri (1,00 km – 435 mt.) più avanti attraversiamo il “ponte romano” e proseguiamo a sinistra.
Da questo momento stiamo camminando sul territorio del comune di Montenars.
La prima parte scorre quasi in falsopiano mentre nella seconda parte il percorso risale il versante meridionale della Valle del Torrente Vedronza. Le pendenze sono modeste all'inizio, più impegnative nella parte centrale dell’ascesa per poi affievolirsi nuovamente nella parte finale.
La lastricatura di fondo, costituita da lastre di arenaria locale di dimensioni variabili in ogni caso contenute, è ben visibile per gran parte della salita ad esclusione di pochi punti in cui è stata semisepolta da alcuni detriti portati, principalmente, dagli acquazzoni.
Attraversiamo piccoli ruscelli le cui acque scendono verso il Torrente Vedronza.
A 400 metri dal ponte attraversiamo il rigagnolo più importante (1,45 km) e proseguiamo, successivamente, sul versante opposto. Percorriamo quindi, un'ultimo tratto con salita abbastanza accentuata dove termina la mulattiera in selciato (1,90 km) lasciando il posto ad una pista forestale.
La costruzione di questa pista ha, senz'ombra di dubbio, facilitato il transito anche ai mezzi motorizzati ma, al tempo stesso, fatto scempio di una caratteristica lastricatura che costituiva una preziosa testimonianza storica della vita nella valle. Gli antichi manufatti, troppo spesso, non vengono considerati come beni culturali con il risultato che muretti a secco, terrazzamenti e gradini in pietra sovente vengono rimossi per dare vita e spazio alle esigenze di viabilità forestale.
Proseguendo a sinistra per un centinaio di metri (2,00 km – 569 mt.) raggiungiamo il luogo in cui avvenne l’eccidio durante il quale, il 13 gennaio 1945, perirono 5 militari invasori ( di cui non è possibile conoscere precisamente le origini) ed il flaipanese Cragnolini Giovanni. Tutto questo è successo sotto il fuoco dei partigiani appostati in basso a Pers.
Ci imbattiamo in una curva a gomito per poi, proseguire il percorso su di un tratto in falsopiano. Terminiamo la salita giungendo ad una piazzola (2,70km – 631 mt.) caratterizzata dalla presenza di un trivio. Ignoriamo la pista a sinistra (che conduce a Flaipano) percorrendo invece, alla nostra destra, la vecchia mulattiera, sufficientemente ampia e con fondo in buone condizioni che ci accompagna al colle dove sorgono il superbo campanile (ricostruito nel 1990) ed il cimitero della piccola frazione del Comune di Montenars.
Camminiamo ancora per 400 metri (3,10 km – 684 mt.) passando accanto al cimitero per arrivare dinnanzi al campanile.
Continuiamo la nostra escursione percorrendo la rotabile che porta verso B.go Frattins per un centinaio di metri per imboccare in seguito, alla nostra destra, il sentiero che ci condurrà alla cima del M.te Cuarnan (3,30 km). La parte iniziale del sentiero si sviluppa all'ombra di un fitta vegetazione fino a giungere nei pressi del M.te Duon (851 mt). Qui notiamo la presenza di parecchi prati che ancora riescono a difendersi dall'avanzare inesorabile del bosco anche grazie all'opera di sfalcio eseguita, ogni anno, dai cacciatori della zona.
Aggiriamo verso sud il rilievo prima di rientrare, nuovamente, nel bosco facendo attenzione ad imboccare la successiva parte del sentiero nel punto corretto. Proseguiamo per diverse centinaia di metri, caratterizzate da vari saliscendi, prima di uscire nuovamente dalla vegetazione ed iniziare a salire verso la cresta spoglia del Monte Cuarnan (6,1 km – 1062 mt.). Raggiunta la cresta incrociamo il sentiero CAI 714, che sale dalla nostra sinistra. e che percorreremo fino alla cima.
Attraversiamo, in alternanza, un paio di tratti abbastanza impegnativi ed un breve tratto in leggero falsopiano. Segnaliamo che, specialmente nella parte finale dell’ascesa, è necessario prestare un po' di prudenza in più visto che è un po’ esposta ed abbastanza ripida.
Raggiungiamo la chiesetta del Redentore (7,40 km – 1372 mt.).
Il Monte Cuarnan rappresenta una cima molto frequentata in tutti i giorni e periodi dell’anno per cui possiamo dire che è quasi impossibile non incontrare la presenza di altri escursionisti specialmente nelle giornate festive.
Nelle giornate molto limpide, oltre a godere di un’ampia veduta su tutta la pianura friulana, possiamo ammirare con i nostri occhi anche la laguna di Grado e di Lignano. Ovviamente, spostando lo sguardo verso est oppure verso nord, la visuale spazia anche sugli innumerevoli monti del circondario.
AD UN CENTINAIO DI METRI DALLA CIMA POSSIAMO SCENDERE, ALLA NOSTRA DESTRA, ATTRAVERSO IL SENTIERO CHE CI PORTERA' A SELLA FOREDOR IN MODO DA POTER ACCORCIARE SENSIBILMENTE L’ESCURSIONE.
Tornando a noi camminiamo in cresta, dalla chiesetta in poi, per alcune centinaia di metri prima di iniziare la discesa nella parte sud del rilievo.
Lungo la discesa, soprattutto a fine giugno, possiamo ammirare i prati ravvivati dal colore arancione del giglio martagone che fiorisce in grosse quantità. Dopo poche decine di metri notiamo, alla nostra destra, il Rifugio Pischiutti mentre, poco più in basso alla nostra sinistra, la scultura della vergine del Cuarnan. Questa scultura ed il frontale della chiesetta sono opere realizzate dallo scultore arteniese Patat.
Portiamo a termine la discesa (8,80 km) giungendo ad un pianoro, importante punto di lancio di parapendìi. Nelle vicinanze ci sono ampi pascoli della malga Cuarnan che andremo a visitare.
Ci troviamo su un’ampia pista forestale immersa in una fitta faggeta che ci accompagna fino alla malga già citata (10,20 km.- 980 mt.). Lungo questo tratto notiamo, alla nostra destra, un piccolo laghetto in cui, soprattutto alla fine del mese di giugno, fa bella mostra di se una importante fioritura di ninfee.
La pista si sviluppa quasi completamente in falsopiano ad esclusione della parte finale più ripida dove è presente un fondo in ciottolato.
Presso la malga, dove nel periodo estivo si pratica l’alpeggio, nei fine settimana di primavera inoltrata ed autunno è possibile pranzare mentre nei mesi di luglio, agosto ed una parte di settembre la malga è aperta tutti i giorni con la possibilità, inoltre, di acquistare prodotti caseari.
Proseguendo il nostro cammino, sul retro della malga risaliamo per circa 300 mt. per poi scendere verso Sella Foredor (10,80 km – 1089). Qui imbocchiamo il sentiero CAI 730 che ci riporta a Pers.
Il tratto iniziale si sviluppa in falsopiano, immerso in un fitto noccioleto, seguito poi da una discesa (11,50 km). Quest'ultima, caratterizzata da alcune svolte secche e ripide, ci porta fino al greto sassoso del Torrente Vedronza (12,20 km). Giunti agli sfasciumo del greto continuiamo a scendere.
E' neseccasio prestare particolare attenzione sia al fondo di natura molto sconnesso sia ai pochi segnavia visibili sulle pietre (gran parte ometti).
Terminati gli sfasciumi del Torrente Vedronza (12,50 km), riprendiamo il sentiero ben visibile sulla nostra sinistra. Camminado per altri 400 metri ci avviciniamo al canalone del Rio della Presa (12,90 km).
Da questo punto in poi il sentiero continua alternando qualche breve discesa a tratti in falsopiano all'ombra di boschi di conifere.
Attraversiamo poi gli sfasciumi del Rio Potcreta (13,80 km), dove è consigliata massima cautela.
Ci addentriamo successivamente nel bel mezzo dell'ennesima pineta fino al punto in cui raggiungiamo una piccola frana che, purtroppo, ci complica leggermente la via del ritorno. Seguendo anche le indicazioni CAI, in questo punto è necessario discendere per un centinaio di metri, risalire dalla parte opposta e quindi riprendere nuovamente il cammino. Poce decine di metri più avanti giungiamo ad un vecchio fabbricato ed a una postazione di caccia.
Per portare a termine l'escursione, abbiamo ancora poco più di 700 mt. di facile cammino (15,30 km).