avvicinamento
Partiamo sempre da Tarcento seguendo le indicazioni per Lusevera-Slovenia. Percorriamo la SS 646 sempre diritti, superando Ciseriis, Vedronza, Pradielis per giungere, poco dopo una galleria, alle sorgenti del Torrente Torre. Proseguiamo, in direzione Passo Tanamea, fino al ponte che vediamo alla nostra sinistra. Lo attraversiamo e, poco più avanti, ignoriamo la strada che scende a sinistra per proseguire ancora diritti. Poche centinaia di metri più avanti giungiamo a Tanataviele (borgo di Musi) dove possiamo parcheggiare l'auto e incominciare la nostra escursione.
LUNGO IL PRIMO KM CI SONO ALCUNI TRATTI ABBASTANZA IMPEGNATIVI DOVE SONO RICHIESTI UN MINIMO DI ATTENZIONE E SOPRATTUTTO ABBIGLIAMENTO DI MONTAGNA. NULLA DI PARTICOLARMENTE GRAVOSO MA POTREBBE ESSERE NECESSARIO ANCHE L'USO DELLE MANI PER SUPERARLI. NON E' PERTANTO UN'ESCURSIONE CONSIGLIATA A TUTTI SOPRATTUTTO SE SONO ANZIANI O BAMBINI TROPPO PICCOLI.
descrizione
Questa escursione permette di raggiungere il Plan di Tapou, e le casere Tacia un tempo zona di pascolo per varie famiglie del Comune e soprattutto degli allevatori di Cesariis. Partiamo dalla piazzola di B.go Tanataviele di Musi dove possiamo parcheggiare. Proseguiamo lungo la strada centrale della piccola frazione per circa 200 mt. fino a raggiungere il paramassi. Qui ha origine anche il sentiero CAI 740 che porta al M.te Cadin. Noi proseguiamo a sinistra, lungo il sentiero CAI 709 fiancheggiando il paramassi, al termine del quale saliamo leggermente prima di ridiscendere verso il greto del Rio Zaturan (0,40 km). Attraversato il rio, al primo bivio che incontriamo, saliamo a destra e dopo altri 200 mt. attraversiamo un secondo greto, solitamente privo d’acqua, sulla cui destra ci sono i ruderi di uno stavolo (0,60 km). Da qui in poi sentiero inizia a salire più decisamente. Al termine della salita troviamo una delle tante pinete che, a macchia di leopardo, ricoprono la zona. Poco più avanti (0,80 km) troviamo un primo passaggio relativamente impegnativo prima di giungere al terzo canalone (0,90 km) che ci porta a proseguire a sinistra anche con l’utilizzo di alcuni scalini scavati nella roccia. Sulla nostra sinistra buona visuale sul Gran Monte e sulla vallata di Musi. Poche centinaia di mt. più avanti troviamo un altro tratto un po’ più difficile (1,10 km) dove può essere necessario anche l’uso delle mani per poter arrampicare. Sull’altro versante, verso il basso, possiamo notare la strada che utilizzeremo al ritorno. Il sentiero alterna tratti con maggior pendenza a brevissimi falsopiani fino a raggiungere l’ultima salita, in mezzo ad una forra, (1,50 km) e terminare così l’impegnativa ascesa (875 mt.).
Ora proseguiamo lungo un dolce saliscendi per nulla impegnativo. Tutt’attorno a noi immense faggete anche con piante di grosse dimensioni. Parecchie piante risultano divelte dalla furia dei venti che si sprigionano durante i forti temporali. Giungiamo all’ennesimo ruscello, generalmente primo d’acqua, nei pressi del quale troviamo la deviazione dalla quale si stacca un ramo del sentiero CAI 740 che porta prima al M.te Tapou, zona del decollo dei parapendii, per proseguire poi verso le creste del M.te Cadin. Poco più avanti, alla nostra sinistra, possiamo notare due baite ripristinate. La strada forestale, che stiamo percorrendo, è fiancheggiata per lunghi tratti da muretti a secco ancora in buone condizioni. Cammin facendo (2,30 km) notiamo, a sinistra, un’altana utilizzata dai cacciatori di selezione. Poco più avanti, il sentiero 709, che abbiamo percorso nella sua parte iniziale, prosegue verso Forcella Musi per poi scendere nella Val Venzonassa. In breve giungiamo al pianoro del Plan di Tapou (2,50 km) dove sono visibili tre pozze d’acqua. In alto, di fronte a noi, i ruderi di una casera di grosse dimensioni. Poco a lato del rudere c’è il M.te Zacozarciza (1.291 mt.) ai piedi del quale, sabato 29 aprile 2023, hanno perso la vita, in un incidente aereo, il Capitano delle Frecce Tricolori Alessio Ghersi e Sante Caccia. Dalla piazzola asfaltata scendiamo in direzione di Musi per circa 600 mt. (3,20 km) per poi ricominciare a salire lungo il Sentiero CAI 729 che porta prima alle casere Tasaoro e poi al M.te Postoncicco ed all’Alta Via CAI di Gemona. Dopo alcune centinaia di mt. giungiamo ai ruderi delle casere Tacia (3,60 km). Alcune casere sono completamente diroccate mentre altre si mantengono ancora in discrete condizioni. Al termine del pianoro proseguiamo sempre lungo il sentiero 729 per raggiungere la zona (4,10 km) dove da decenni sgorga l’acqua dalla fontana perenne Vodizza (944 mt.) che in passato forniva il prezioso alimento a quanti passavano parecchi mesi all’anno in alpeggio. Ora naturalmente, dopo i sommovimenti tellurici e con la crisi d’acqua di questi ultimi tempi a volte durante l’estate rimane anch’essa senz’acqua. Poco più in alto raggiungiamo la piazzola dove inizia la strada forestale che andremo a percorrere per il ritorno. Di fronte a noi il sentiero che abbiamo percorso per qualche centinaio di mt. prosegue verso il M.te Postoncicco. La pista forestale, con fondo in ghiaia, scende senza grossi strappi e con parecchi tornanti verso fondovalle e dopo 700 mt. il fondo diventa asfaltato (4.90 km).
Sulla nostra sinistra svetta la cresta del M.te Cadin. Dopo altri 600 mt. raggiungiamo la strada principale che ci riporta verso Musi (5,50 km). Questa strada è stata ripristinata abbastanza recentemente e la sua sede è piuttosto larga anche se è considerata alla stregua di una pista forestale. Dopo 2 km di asfalto (7,50 km) giungiamo ad una rosta sul Rio Vodiza che nasce proprio dalla fontana che abbiamo visitato in precedenza. Qui abbandoniamo la strada asfaltata per percorrere un nuovo sentiero che ci riporta a Musi. Più avanti transitiamo all’incrocio che abbiamo già attraversato all’andata (8,10 km) da dove saliamo a destra e subito arriviamo al paramassi. Come all’andata lo costeggiamo per poi scendere nuovamente a B.go Tanataviele e concludere così l'escursione.