descrizione
incredibile cengia di quasi 2 km, sospesa a più di 1 km sulla valle e con una “skyline” dolomitica sullo sfondo non meno impressionante per bellezza.
C’è un solo breve passaggio stretto come impronta a terra che ti “costringe a fare i conti” con la sensazione di profondità; appena sopra scorre una altrettanto breve variante che si potrebbe superare al “passo del gatto”; io ho scelto quella sotto perché stando ben attaccato alle rocce c’è modo di sentire il peso di tutto il corpo ben bilanciato sui piedi.
All’inizio nord (quello di oggi) della Cengia della Caccia si può arrivare da sotto (direttamente dal Rifugio Tre Scarperi) attraverso il Passaggio della Caccia, oppure da sopra (come oggi) salendo il Lastron dei Scarperi.
È chiaro che l’inizio sud è raggiungibile molto più facilmente, ma poi il rientro non è più rilassante.
Inoltre in direzione nord-sud è tutta una leggera ascesa e, a mio giudizio, è sicuramente meglio una leggera ascesa che discesa per percorrere una cengia di roccia e ghiaia.
Infine da nord a sud c’è il colpo d’occhio migliore sulla “skyline”.
Per salire il Lastron dei Scarperi bisogna raggiungere il Cadin di San Candido.
Alla Forcella di San Candido, raggiungibile facilmente sia dal Rifugio Tre Scarperi che dal Rifugio Locatelli, c’è una freccia che manda nella direzione della Selletta Bassa o Niederjoch (e da qui al Cadin di San Candido) con scritto “LASTRON DEI SCARPERI – DIFFICILE”.
Partendo dal Rifugio Locatelli è decisamente più breve andare diretti verso la Selletta Bassa.
Partendo dalla Val Campo di Dentro come ho fatto io, si può andare direttamente al Cadin di San Candido uscendo dal CAI 105 e percorrendo una traccia che risale la Grava del Rio San Candido o Innichbacher Graben: traccia selvaggia e solitaria, ma non difficile, almeno rispetto a quello che viene dopo.
Al Cadin di San Candido si arriva a un ometto che praticamente segna un trivio: salita per la via normale al Lastron dei Scarperi, breve finale di salita per la Forcella Bassa e inizio-fine sud della Cengia della Caccia.
Per il Lastron dei Scarperi (tutto segnalato con ometti) si entra in un canalino con qualche roccetta dove bisogna usare le mani (qualche singolo I° grado forse), per poi prendere un traverso sulla sinistra che porta al dolce pendio finale.
Dalla vetta bisogna tirare diritti e scendere per la cresta nord fino alla Forcella del Lastron: qui ci vuole un po’ di attenzione per l’esposizione e per qualche passo strettino; qualche piccolo ometto guida nei punti di dubbio alla ricerca del passaggio migliore; si inizia a destra del filo di cresta e si passa a sinistra nel finale della discesa.
Dalla Forcella del Lastron si scende per alcuni metri nelle ghiaie in direzione del versante della Val Campo di Dentro.
Si passa sotto un canalino (che scorre a destra) da dove si potrebbe salire alla Punta Lavina Bianca: oggi non ci ho provato perché non ero mai stato in quel posto e volevo avere margine di tempo per recuperare eventuali errori di orientamento successivi.
Si comincia a traversare il piccolo circo ghiaioso e comincia ad emergere un po’ di traccia, e compare pure qualche ometto.
Da qui, in pratica, si percorre una bancata ghiaiosa che supera varie piccole selle (tenendo sempre la fascia rocciosa alla propria destra) finché si arriva a un’ultima sella dove si nota in basso il caratteristico Passaggio della Caccia: una bella forcella fra due torri affacciata su un “cadìn” dalla base piatta.
La discesa per arrivare al Passaggio della Caccia è piuttosto decisa, ma il problema non è la pendenza: è il fondo molto duro ricoperto da uno strato poco assestato di ghiaie, pietrisco e vere e proprie pietre; c’è qualche traccia ma non c’è una linea continua e ottimale, bisogna andar piano e stare attenti.
Dall’anfiteatro del Cadin della Caccia inizia la cengia.
Se le previsioni del tempo dichiarano una giornata perfetta, questa è l’escursione giusta per appagare la “voglia escursionistica” e la vista.
Paolo Beltrame e Fabio Cammelli, i due autori della splendida serie di libri “101% Vera Montagna”, così chiudono la descrizione della Cengia della Caccia: “Secondo l’umile parere di chi scrive, questa è la cengia più bella delle Dolomiti, e forse una delle traversate più emozionanti di tutti i Monti Pallidi”.
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Il dislivello reale di questa versione dell’escursione è di circa 200 metri in meno di quanto indicato nei dati di riepilogo Wikiloc.
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Dalla Val Campo di Dentro si può percorrere un’altra cengia lunga e molto bella, vedi → Dolomiti di Sesto: Cengia Severino Casara e Cengia Hans Dülfer dalla Val Campo di Dentro (o Innerfeldtal).
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