avvicinamento
Da Chiusaforte (UD) imboccare la strada della Val Raccolana e percorrerla fino a Sella Nevea. , qui lasciato sulla destra il Rifugio Divisione Julia, alla prima curva lasciare la strada principale ed imboccare la stretta strada asfaltata che ci porterà agli Altipiani del Montasio dove troveremo un ampio e comodo parcheggio.
descrizione
Dal parcheggio (m 1502) prendere sulla destra della strada principale, una stradina asfaltata (poi sentiero 622), diretta al visibile Rifugio Di Brazzà (15-20 minuti). Dietro al Rifugio si imbocca un sentiero non numerato, ma con un cartello "Jof di Montasio".
Il sentiero prosegue altalenante lungo gli altipiani del Montasio, divenendo un po' più ripido e a strette volte poco prima di raggiungere la forca. Raggiunta la forca dei Disteis (ore 2,15 dal parcheggio), piegare a destra attraversando un ghiaione che ci permette di raggiungere la base delle grandi pareti rocciose a gradoni del Montasio. Si inizia a salire il sentiero che zigzagante prosegue obliquamente verso destra e ci permette di superare alcuni gradoni rocciosi. Ci sono pochissime segnalazioni per la vetta, solo qualche traccia di vernice rossa ogni tanto; si incontra invece, evidente, l'attacco del sentiero attrezzato Leva, che lasceremo sulla nostra destra, per continuare il percorso in salita sulla nostra sinistra, entrando in un canalone. Si giunge ad un ripido ghiaione che si supera senza difficoltà e si giunge così all'attacco della scala Pipan (3 ore dal parcheggio). Se si desidera evitare la scala Pipan, alcuni metri prima del suo attacco, risalire verso destra aggirando lo sperone roccioso che precede la Forca Verde fino alla linea di Cresta.
L'attacco della scala Pipan è composto da fune metallica e da alcuni pioli per superare uno sperone roccioso. Superato lo sperone inizia la vera e propria scala: due grosse funi metalliche lunghe + o - 100 metri, sulle quali sono stati fissati i pioli; una fune metallica accompagna lungo tutto il percorso tutta la scala, per agganciare i moschettoni del nostro set da ferrata. Terminata la scala, si supera l'ultimo tratto della displuviale sommitale per giungere alla cresta sommitale pressoché pianeggiante. Il panorama che si gode sul versante nord, la Val Saisera, tutto il Tarvisiano, le Alpi austriache e i Tauri, è da mozzafiato. Si segue il sentiero verso sinistra lungo la cresta, stando attenti all'infido ghiaino tipico di questa montagna ed, ovviamente, agli strapiombi. Di questo passo dopo circa 15 minuti dal termine della scala, si giunge alla cima dello Jôf di Montasio (m 2753 - ore 4.00 dal parcheggio).
Per il ritorno, seguire il medesimo itinerario dell'andata fino all'attacco del sentiero attrezzato "A. ed E. Leva" facilmente individuabile dalla targa segnaletica, l'attacco del sentiero attrezzato "Augusto ed Elenita Leva".
Lasciata sulla nostra sinistra la via normale per la cima dello Jof di Montasio, imbocchiamo quindi sulla nostra desta il Sentiero Leva. Il sentiero è attrezzato su tutto il suo sviluppo (fatta eccezzione in alcuni punti dove obiettivamente non serve) ed il cavo di acciaio e tutte le attrezzature fino alla forca del Palone sono nuove.
Il sentiero attrezzato inizia percorrendo una breve cengia che ci fa superare un costone roccioso e ci affacciamo sulla parete Medeon del Montasio. Si percorre una larga cengia che taglia in orizzontale la parete del Medeon per circa 150 metri e, dopo essere scesi alcuni metri, si prosegue su un'altra lunga cengia per superare la seconda metà della parete del Medon del Montasio. Superata una sporgenza rocciosa, il sentiero gira leggermente verso sinistra addentrandosi lungo le pareti in direzione della Forca del Palone. Sempre lungo cenge attrezzate, talvolta anche strette e che si affacciano su dirupi ma costantemente assicurate dal cavo, percorriamo il sentiero in leggera discesa, incontrando un tratto su un pendio erboso che superiamo senza problemi. Il cavo e i segnali ci accompagna verso uno sperone roccioso che superiamo risalendo alcune roccette ed una placca, per poi proseguire in leggera discesa lungo un altro verde pendio che giunge fino sopra la Forca del Palone. Da questo punto si scende alla Forca lungo un camino ed un colatoio, dove la presenza costante del cavo e l'aiuto di alcune staffe e fittoni ci aiutano nella discesa del punto più delicato del percorso. Si giunge così alla ventosissima Forca del Palone (m 2242 ), dove si incontra "Il Guardiano": una cusiosa formazione rocciosa erosa dal vento dalle sembianze di un viso che idealmente sembra guardi in direzione del Mosè sullo Jôf Fuart. Attraversata la Forca del Palone, si risale uno stretto canalino che su roccette friabili ci conduce fino ad una scaletta metallica che ci permette di superare un salto di roccia di alcuni metri (attenzione ai sassi mossi dall'alto). Superata la scaletta metallica, percorriamo una breve cengia su fondo molto friabile (attenzione a non muovere sassi su coloro che seguono), raggiungendo una insellatura ed un successivo verde pendio dove potremo togliere l'imbrago.
Si prosegue per facile sentiero fino a raggiungere la facile mulattiera che dal Rifugio Di Brazzà sale alla Cima di Terrarossa; ci innestiamo quindi su questo sentiero e scendiamo fino al rifugio per poi raggiungere l'auro nel parcheggio in pochi minuti.