approach
Si parcheggi al piazzale degli Alpini sulla strada che sala da Cison
description
Da un po' avevo messo in lista due "sentieri" un po' selvaggi nell'ambiente cisonese: il sentiero dell'Alberèa e il Troi dei Cacciatori.
Si parcheggia l'auto nell'ampio parcheggio del piazzale degli Alpini e si sale a sx su agile sentiero. Si attraversa il bel bosco delle Penne Mozze, e si innesta il Cai987 che sale da sud.
La salita si sviluppa su classica mulattiera con buon guadagno di dislivello, da subito si capisce che sarà un salita che "non molla mai".
Si sale sempre sul 987, si passa una bella panchina rossa, fino a giungere ad un impercettibile bivio sulla destra, che innesta il sentiero dell'Alberèa.
Sebbene sia presente su Tabacco (puntinato rosso) e OSM questa traccia è più simile a un viaz che a un sentiero, in quanto non vi è alcun segno di bollinatura, la traccia a terra è praticamente impercettibile, l'attacco è quasi introvabile, solo qualche raro ometto ogni tanto appare, senza gps è facile perdere l'orientamento.
(NB. Parlando poi con Igino Lorenzon ho capito che la mancata segnalazione della traccia, è voluta dai cacciatori della zona, in quanto stanno cercando di salvaguardare la riproduzione faunistica, quindi meno gente ci passa meglio è).
L'Alberèa va a confluire alla fine sul crocevia tra il 987 ed il 991. Oggi ho voluto tentare di percorrere il "troi delle erbette", che correrebbe verso nord sotto la cima del monte Agnellezze, ma dopo 10 minuti di tentativi per individuare la giusta progressione dell'iniziale traccia ho desistito, in quanto schianti e rovi cresciuti liberi hanno fatto si che il sentiero sia stato praticamente abbandonato; ho salito a mezzacosta il pendio che porta alla cima sommitale, che ho raggiunto in qualche minuto.
Sceso dall'Agnellezze ho preso direzione bivacco ai Loff, sempre sul 991, e dopo 5 minuti l'ho raggiunto.
Un panino al volo al bivacco, qualche foto, e sono ripartito in direzione forcella Foran, che si raggiunge in circa mezz'oretta sul sentiero molto bello e panoramico, mai difficile, mai veramente esposto.
Le cose cambiano scendendo dal bivio per forcella Foran, dove inizia il sentiero delle Prese Deserte, scendendo l'ambiente diventa più selvatico, i passaggi tra roccette più frequenti, si deve scendere con cautela, necessaria dimestichezza con le discese impegnative. Scesa la prima parte si incrocia il cartello che indirizza alla cima dello Schiaffet, dal quale bisogna scendere con ancora maggiore attenzione, ci sono diversi passaggi di I e qualcuno di II, risulta utile aiutarsi coi numerosi rami che accompagnano la via, ma usare sempre concentrazione è obbligatorio.
Derampicato lo Schiaffet, alla sua base partirebbe una traccia sulla sinistra che porta ad incrociare il sentiero Pissol, ma io mi sono calato qualche metro sulla destra, passando sotto al Crodòn de Farèga, anche qua occhi aperti perché traccia esposta e franosa.
Percorsi 300m, si incrocia sulla sx a quota 885m ca, una labile traccia che scende molto rapidamente; si tratta del "Troi dei cacciatori", che scende verticale, tutto in cresta. Qui si rivelano utili i bollini che anche se sbiaditi, si fanno vedere ed aiutano a non perdere la corretta direzione. (Senza bollini qui ci si perde). Si scende molto velocemente, attenzione al terreno franoso e particolarmente infido, ad un certo punto i bollini spariscono e bisogna orientarsi con i rari tagli degli alberi (meglio ancora col gps) per andare ad intercettare, dopo non pochi smadonnamenti, la più ampia traccia che scende da destra.
Dopo pochi minuti si giunge al punto di partenza.
Nella scala escursionistica l'uscita di oggi di oggi andrebbe considerata molto difficile, perché ci sono dei passaggi che escono un po' dal concetto di escursionismo e vanno più verso l'alpinismo, ma l'ho classificata solo difficile perché di fatto non ha punti molto esposti o passaggi troppo esposti.
Da NON sottovalutare assolutamente la discesa da forcella Foran, se in coppia risulterà utile una corda per fare un po' di sicura.
Per il resto, ambienti molto selvatici ma di grande soddisfazione paesaggistica, i sentieri tenuti in maniera egregia e la facile accessibilità al bosco delle Penne Mozze rendono questa zona escursionistica una delle mete più ambite dell'intero arco prealpino.
Dal bivacco la vista è superba.
Copertura telefonica scarsa.
Nessun punto acqua.
Ps. Nella traccia cartografica si vede una linea retta che va verso il Crodón del Gévero, in realtà è una perdita di segnale gps.