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La giornata di oggi è stata un susseguirsi di cambi di idea, cambi di direzione e di obiettivi. Tutte le scelte effettuate si sono rivelate vincenti! <br> Il sole è alto nel cielo, la giornata si preannuncia spettacolare anche oggi. L’escursione della giornata di ieri (<a href="https://mybesttimehiking.com/it/278-prati-dellarmentara" target="_blank">Scopri qui</a>) ci ha lasciato ancora un po’ di indolenzimento ai polpacci per la lunga discesa. Per questo motivo l’avventura di oggi ha come obiettivo il lago del Sompunt tra La Villa e Badia. Prendiamo la macchina e in pochi minuti raggiungiamo il parcheggio. Ci allacciamo gli scarponi e partiamo… già arrivati! Il lago è lì. Più che un lago un piccolo laghetto, grazioso, popolato con due bei cigni bianchi (anche se abbastanza aggressivi nei confronti dei nostri scarponi!). Da qui abbiamo l’intenzione di percorrere il sentiero dei Larici (Tru di Lec), lo cominciamo ma la parte iniziale è davvero un groviglio di rami e terra umida. Ripieghiamo facendo il giro del lago e Giorgia, visto che la giornata sembra delinearsi monotona, suggerisce di raggiungere il rifugio Gardenacia sopra a La Villa. <br> Le gambe le rispondono bene e ci sentiamo entrambi pronti per il cambio di meta. Riprendiamo la macchina e raggiungiamo il centro di La Villa dove parte la seggiovia Gardenacia. Facciamo i biglietti e in pochissimo tempo siamo a quota 1750mt alla stazione di arrivo. Qui comincio a vedere le varie nomenclature che identificano lo stesso luogo e lo stesso rifugio. Il nostro obiettivo è il rifugio Gardenacia, ma si può anche chiamare rifugio Gherdenacia (dall’omonima cima che si staglia sopra) e ancora rifugio Gardenaccia (con due C, nome anche della seggiovia). Qui si possono davvero ammirare le sfaccettature della lingua Ladina e delle traduzioni che si usano per la lingua italiana. Poco importa di questa diversificazione linguistica, il rifugio è quello ed è la tappa principale della giornata. <br> Ci sono però due sentieri per raggiungerlo: il CAI 11B sulla sinistra e il CAI 5 sulla destra. Dalla cartina Tabacco, che portiamo sempre con noi, il sentiero 11B non dovrebbe avere delle grosse criticità, mentre sul 5 notiamo delle “+” che indicano la presenza di un pezzo attrezzato. Scegliamo quindi la via di sinistra, utilizzata anche dagli appassionati della ferrata per raggiungere la nuova via “Les Cordes” inaugurata nel 2019. <br> Il sentiero inizia pressoché in piano e ci allieta con la presenza di sculture di legno per il primo tratto. Dai gufi appollaiati all’aquila, dal coniglio al barbagianni solitario. Una scelta azzeccata per distrarre i più piccoli, e non solo, dalla fatica del sentiero. Il tragitto costeggia la roccia a strapiombo sulla destra, mentre alla sinistra è composta da una serie di abeti che regalano un po’ di ombra e refrigerio. Nei gli scorci sprovvisti di alberi sulla sinistra si può ammirare uno splendido panorama su La Villa e il lontano San Cassiano, con lo splendido massiccio del Sas de la Crusc e il Piz de Lavarela che la fanno da padrone. A metà del tratto pianeggiante inizia il tratto ferrato che si inerpica sulla parete di destra. Per coloro come noi che continuano il tragitto sul sentiero, invece, sono presenti dei caschetti gialli di sicurezza per ripararci da eventuali scariche di sassi derivate dal primo tratto della ferrata. I caschetti devono essere indossati per un centinaio di metri dove è presente un punto di raccolta. Da qui il percorso si fa più impegnativo, e si comincia a salire attraverso zig zag su rocce e impalcature di legno posate ad arte. Questo tratto è un po’ esposto e in un punto è presente anche un cavo metallico di sicurezza. Ora inizia il tratto finale, sempre in salita costante e con una considerevole pendenza. Tutto questo pezzo di percorso è all’interno di una gola stretta e lunga, si può trovare refrigerio solo nelle curve dei tornanti attaccate alla roccia spiovente. Il dislivello si guadagna velocemente e in breve tempo troviamo l’ultima parte con la struttura in legno e gradini ben assestati che ci preannuncia l’arrivo sulla piana del rifugio. Troviamo alla fine il recinto delle mucche dove dobbiamo aprire e richiudere la porticina in legno e finalmente eccolo lì!
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