avvicinamento
L'arrivo all'altopiano del Montasio, a partire da Sella Nevea, è ben segnalato l'unica premura da mantenere è quella di arrivare presto alla mattina per evitare il calore delle ore centrali della giornata (l'intero anfiteatro è esposto a sud) e per avere la possibilità di trovare parcheggio, visto che la zona è punto di partenza per molti sentieri e sempre molto affollata in periodo estivo.
descrizione
L'inizio (la parte fino al rifugio Brazzà ed oltre) non presenta notevoli difficoltà trattandosi di strade utilizzate dai locali allevatori di bestiame e comunque in una zona praticamente pianeggiante, il tempo segnato fino alla cima è di due ore ma noi, con abbondanti pause, ne abbiamo impiegate quasi tre. Arrivati alla base del monte si ha l'impressione, guardando la carta, di aver percorso una buona fetta della distanza totale: non fatevi trarre in inganno, la parte faticosa inizia adesso. Il sentiero comincia ad inerpicarsi con una pendenza non eccessivamente marcata, che si manterrà sostanzialmente invariata per quasi tutto il resto della salita. L'ascesa prosegue senza intoppi anche grazie all'ottimo stato del sentiero: pur non essendo assolutamente segnalato è comunque una meta turistica molto frequentata e non vi sono bivi che possano fuorviare. Appena si lascia la zona ancora coperta dal manto erboso per la parete rocciosa iniziano a farsi vivi i numerosi camosci che abitano la zona: essi non sono particolarmente intimoriti dall'uomo per cui è possibile avvicinarsi senza problemi inoltre quest'anno, complice anche l'inverno mite, si sono riprodotti in gran numero non è quindi raro avvistare in lontananza anche i piccoli, riconoscibili dal manto più chiaro e dall'assenza di corna. Con un po' di fortuna è anche possibile sentire i fischi delle marmotte (da non confondere con i fischi emessi dai camosci!) mentre è più facile avvistare un folto stormo di merli (sopratutto sulla cima) ed un certo numero di di rapaci (ad occhio io propenderei per le aquile, ma non ne sono certo). Arrivati alla forcella che da sul canalone dell'Huda Paliza (una panoramica impressionante) il sentiero inizia a farsi più accidentato all'avvicinarsi della cima anche se la strada rimanente è poca (circa 15 minuti). Una volta in cima il panorama rende senza dubbio merito alla fatica effettuata ricompensando con una magnifica vista sui vari complessi che che circondano la zona (Jof di Montasio, Jof Fuart, Jof di Sompdogna, Nabois...), sull'altipiano del Montasio, sulla Val Saisera e persino sul Lussari ed oltre (consigliato portarsi un binocolo). La discesa, per la stessa via, è un po' impegnativa per le gambe. Personalmente, una volta a valle consiglio una piccola deviazione per far visita alle casere, che offrono un buon punto per ristorarsi dalla scarpinata.