avvicinamento
Da Villa Santina si risale la Val Degano lungo la statale n.355 attraversando in successione Ovaro, Comeglians e Rigolato. Oltrepassato anche Forni Avoltri, immediatamente dopo il ponte sul torrente Degano, si lascia la strada principale per piegare a destra verso Pierabech. Percorsi circa due km si parcheggia lungo la strada, poco dopo lo stabilimento delle acque minerali (m 1075, comodi spiazzi sui due lati).
descrizione
Dal parcheggio si imbocca subito il sentiero che scende sulla destra, il numero 141. Si attraversa subito un piccolo ponte sul torrente Degano e poi si inizia a risalire lungo il fianco del rio Bordaglia, che scava una caratteristica gola tra le rocce. Si incontra dopo pochi minuti un’ampia mulattiera, che imbocchiamo tenendo la destra e seguendo ancora il segnavia 141, e da qui il percorso prosegue senza difficoltà nel bellissimo bosco. Di tanto in tanto c’è la possibilità di tagliare i tornanti della mulattiera effettuando delle deviazioni segnalate (anche se ad oggi le deviazioni possibili sono rimaste solo due, in seguito all'alluvione del 2018 non è più possibile tagliare nel bosco in diversi tratti, causa alberi caduti). Ad ogni modo la salita è piacevole, graduale e mai troppo ripida. Al bivio: che indica la strada per Collina e Ombladet, si dovrebbe tenere la strada per un sentiero più stretto e scosceso, il 142, che sale in direzione di Casera Bordaglia, di sopra e di sotto, e del Passo Giramondo. Anche questa direzione non è più percorribile e siamo costretti a continuare senza deviare, allungando la salita alla Casera Bordaglia di circa 15-20 minuti. Arriviamo così alla prima malga, o casera come viene chiamata in queste zone, con le stalle, una fontana per dissetarsi ed una caratteristica chiesetta che superiamo, lasciandola alla nostra destra, per proseguire il percorso in salita. Questa è la parte più faticosa, siamo a 1500 metri d’altitudine e dobbiamo arrivare ai circa 1800 del lago tramite un sentiero che rientra nella vegetazione e sale in maniera decisa tra sassi e radici. Non ci vorrà molto tempo, comunque, per raggiungere la fontana dell’alpino e infine la casera Bordaglia di sopra, più piccola della precedente, che sorge proprio nei pressi del lago ben visibile sulla destra e comodamente raggiungibile scendendo tra l’erba. Il panorama è spettacolare, ci troviamo in una spianata situata tra massicci rocciosi impressionanti, come il Volaia. Un cartello, corredato da una cartina d’epoca, è dedicato ai fatti di guerra che si svolsero proprio tra queste cime quasi un secolo fa. Dopo una sosta sulle rive del lago si risale lungo il prato tenendosi sulla destra lungo il sentiero 142, mentre il 142a, a sinistra, prosegue verso est in direzione del Passo Giramondo. Percorrendo il 142 ci si dirige a nord alla Sella Sissanis, 1987 metri d’altitudine e punto più alto della nostra escursione. In questo tratto, in cui si sale tra l’erba e i sassi, la segnaletica è scarsa ma non è difficile trovare la giusta direzione. Nei pressi di una spianata troviamo di fronte a noi il piccolo lago Pera, piccolo laghetto di montagna molto suggestivo, in cui spesso è possibile scorgere le mucche al pascolo. Il panorama qui è ancora più ampio e spettacolare, aperto in ogni direzione. Noi dobbiamo tenere la sinistra, sempre sul 142, salire ancora un poco verso la sella e poi scendere in un’ampia vallata, puntando dritti a ovest. In questo tratto il sentiero, da qui in avanti sempre indicato dai segni bianco-rossi, coincide col segnavia 403 della Traversata Carnica. settembre 3, 2012 di Andrea Cassini 13 km Percorrenza: 5 ore Dislivello: 950 metri Segnaletica: CAI n° 141, 142, 140 Dopo essere stati sul versante più occidentale dell’arco alpino, al confine con la Francia, vi portiamo dal lato opposto con una bellissima escursione sulle Dolomiti tra Veneto e Friuli Venezia Giulia. Questo itinerario, non troppo lungo e con un dislivello discreto ma molto graduale, non presenta particolari difficoltà ed è l’ideale per una gita in giornata. Non si può certo dire che incontrerete una natura selvaggia: nel bosco, pur folto e di grande fascino, si trovano ampie strade e mulattiere ed una volta arrivati in quota malghe e altre tracce di attività antropica. Al tempo stesso, però, la zona intorno al lago è ricca di storia proprio per la presenza dell’uomo: siamo vicini al confine con l’Austria, quel fronte che ai tempi della Prima Guerra Mondiale fu teatro di cruente battaglie, troverete alcuni cartelli che vi racconteranno nel dettaglio tali eventi. Inoltre gli scenari sono quelli classici, meravigliosi delle Dolomiti, per giunta un po’ lontani e “nascosti” dalle zone più frequentate dai turisti. La partenza è dalla località Pierabech, raggiungibile tramite una svolta all’altezza di un tornante nei pressi del paese di Forni Avoltri, in provincia di Udine. La strada da seguire è la statale 355 che collega il Friuli al Cadore passando per la Carnia. Si superano gli stabilimenti dell’acqua minerale Goccia di Carnia (c’è anche una fontana nel prato di fronte agli edifici) e dopo qualche metro si trova un complesso di colonie religiose: qui si può lasciare l’auto ed imboccare subito il sentiero che scende sulla destra, il numero 141. Si attraversa subito un piccolo ponte sul torrente Degano e poi si inizia a risalire lungo il fianco del rio Bordaglia, che scava una caratteristica gola tra le rocce. Si incontra dopo pochi minuti un’ampia mulattiera, che imbocchiamo tenendo la destra e seguendo ancora il segnavia 141, e da qui il percorso prosegue senza difficoltà nel bellissimo bosco. Di tanto in tanto c’è la possibilità di tagliare i tornanti della mulattiera effettuando delle deviazioni segnalate: ad ogni modo la salita è piacevole, graduale e mai troppo ripida. La gola del rio Bordaglia Incontriamo poi un bivio più importante: a destra si procede verso Collina e Ombladet, noi invece ci teniamo a sinistra abbandonando l’ampia strada per un sentiero più stretto e scosceso, il 142, che sale in direzione di Casera Bordaglia, di sopra e di sotto, e del Passo Giramondo. Presso il bivio, abbandoniamo la mulattiera per salire sulla sinistra Dopo pochi minuti ritroviamo un’altra strada ampia, a fondo bianco, che con un paio di tornanti supera un’area priva di vegetazione che ci offre una vista spettacolare sulle montagne che si alzano a sud. Arriviamo così alla prima malga, o casera come viene chiamata in queste zone, con le stalle, una fontana per dissetarsi ed una caratteristica chiesetta che superiamo, lasciandola alla nostra destra, per proseguire il percorso in salita. Questa è la parte più faticosa, siamo a 1500 metri d’altitudine e dobbiamo arrivare ai circa 1800 del lago tramite un sentiero che rientra nella vegetazione e sale in maniera decisa tra sassi e radici. Non ci vorrà molto tempo, comunque, per raggiungere la fontana dell’alpino e infine la casera Bordaglia di sopra, più piccola della precedente, che sorge proprio nei pressi del lago ben visibile sulla destra e comodamente raggiungibile scendendo tra l’erba. Il panorama è spettacolare, ci troviamo in una spianata situata tra massicci rocciosi impressionanti, come il Volaia. Un cartello, corredato da una cartina d’epoca, è dedicato ai fatti di guerra che si svolsero proprio tra queste cime quasi un secolo fa. Tratto del sentiero per la casera Bordaglia di sotto La casera Piccola chiesa sullo sfondo di abeti: alla sua sinistra sale il sentiero La fontana dell’alpino Animali presso la casera Bordaglia di sopra Il lago di Bordaglia: sulla sinistra un sentiero si insinua tra i monti verso il Passo Giramondo Passiamo oltre la casera: il sentiero 142a, ben visibile dalle sponde del lago, prosegue verso est in direzione del Passo Giramondo, mentre noi rimaniamo sul 142 che dirigendosi a nord porta alla Sella Sissanis, 1987 metri d’altitudine e punto più alto della nostra escursione. In questo tratto, in cui si sale tra l’erba e i sassi, la segnaletica è scarsa ma non è difficile trovare la giusta direzione: per di più siamo in prossimità di un incrocio di diversi sentieri per cui è usuale trovare molte persone in giro. Nei pressi di una spianata troviamo di fronte a noi il piccolo lago Pera, mentre altri cartelli ci illustrano la storia della Quota Pascoli e del Monte Navagiust. Il panorama qui è ancora più ampio e spettacolare, aperto in ogni direzione. Anche qui le indicazioni non sono abbondanti, c’è un cartello austriaco di colore giallo ma non ci è d’aiuto: noi dobbiamo tenere la sinistra, sempre sul 142, salire ancora un poco verso la sella e poi scendere in un’ampia vallata, puntando dritti a ovest. In questo tratto il sentiero, da qui in avanti sempre indicato dai segni bianco-rossi, coincide col segnavia 403 della Traversata Carnica per cui troverete anche questo numero. La discesa è bella e piacevole, per niente ripida. Si incontrano i resti di una costruzione, la casera Sissanis, e poco più avanti ci inoltriamo di nuovo nel bosco presso la stretta di Fleons, tenendoci sempre a sinistra, sul 142 che poi diventa 140, in due bivi successivi. A questo punto la discesa si fa più ripida e troviamo una carrareccia sotto la quale corrono le tubazioni della Goccia di Carnia. Siamo esattamente di fianco al torrente Degano, e lo seguiamo per l’ultimo tratto del nostro itinerario che ci conduce alle cave di marmo.