avvicinamento
Lex 202 Trento Lagolo (A) e ® Fermata Viote
descrizione
Saliamo oggi due cime minori di cui sulle carte non c’è traccia se non per il generico nome la Rosta, riferito tra il resto alla più bassa delle due, la seconda. Davanti al Centro Fondo Viote, intorno a cui è stata recentemente ristrutturata e ridisegnata la viabilità, attraversiamo il prato e ci dirigiamo verso la Terrazza delle Stelle e la Torbiera. Imbocchiamo questo suggestivo sentiero, trovando poco sotto i resti del bunker le indicazioni per il sent. 607. Possiamo seguire il sentiero nel bosco oppure oltrepassare lo steccato fino alla strada ed al cartello d’inizio del Giro delle Tre Cime. Nel 2° caso costeggiamo pozze in cui macerano resti di alberi e vario sfasciume e attraversiamo un prato che in certi tratti somiglia ad una risaia 8siamo in una torbiera) e poco dopo ci troviamo in un ampio spiazzo al cartello. Da qui proseguiamo, spostandoci leggermente a dx. in salita diretti verso il passo che si vede in lontananza e denominato Bocca di Vaiona. Incontriamo sulla sinistra degli scavi archeologici (un sito di un castelliere d'epoca Madruzziana XIV-XV sec.) e sulla destra un cartello, per la verità alquanto male in arnese, che illustra le vicende dei pascoli che apprendiamo appartenenti in antichità al castello di Wolchenstein (castello solo nel nome, più probabilmente solo un capanno di caccia, poi riattato a ricovero di pastori e definitivamente distrutto dal tempo e dalle intemperie). Dopo circa 30' di cammino in costante salita e su sentiero abbastanza ben tenuto, anche per il passaggio degli automezzi che servono i pascoli in quota e frequentato poi anche d'inverno da scialpinisti e ciaspolatori, arriviamo alla Bocca di Vaiona (q. 1700), dove il sentiero 607 prosegue verso la valle dei Laghi. Spostandoci verso la casetta dei pastori che vediamo davanti a noi giriamo decisamente verso dx. seguendo il s.618 (poco prima si può prendere la stradina che continua quella proveniente dal fondovalle e che si raccorda poco sopra con il sentiero Sat 618), e seguendo il crinale saliamo fino alla quota 1800. Il sentiero andrebbe verso dx. e sul crinale interno ma io solitamente mi discosto da esso per restare sul crinale di sx. e godermi il panorama della Valle dei Laghi già da subito. Il crinale poi si riabbassa ricongiungendosi al sentiero ma, dopo un po’, una leggera traccia si stacca verso la prima cima di giornata (1840). La cima della Rosta propriamente detta è pero la seconda, contrassegnata come la prima da un cartello che non ne indica il nome bensì l'appartenenza alla Riserva Naturale del Monte Bondone (e il divieto di caccia). Sono passati 50' dalla partenza. Possiamo goderci ora il panorama che spazia a 360° Su Paganella, Gazza, Brenta, Valle dei Laghi, Lago di Garda, Stivo, Altissimo, 3 Cime, Vigolana, Marzola ed infine il Palon. Proseguiamo sulla cresta diretti all'altra cima, più bassa di questa di pochi metri. Nessuno dei due rilievi come si diceva riporta il proprio nome (ne' è segnato sulle cartine in mio possesso) ma da un libro di Gaetano Macchi (che consiglio vivamente a chi ama il Bondone-vedi in bibliografia) ho estratto due nomi: Piz de la Grola e Cima Rostoni e qui ve li riporto. Da qui la discesa avviene dirigendoci verso il vallone tra le due creste, tornando sul s.618. Dapprima tra l'erba e poi nel bosco, via via sempre più fitto, scendiamo seguendo i radi segnali Sat. Il primo cartello lo troviamo nel centro di uno slargo prativo e ci indica di voltare a sx. Attorno a q. 1560 arriviamo ad una piccola radura ed anche qui voltiamo in discesa verso sx., seguendo il sentiero del Strengiador ed il segnavia 618, che procedono appaiati. Poco sotto, alla località Cavizzani, troviamo il cartello di altitudine 1600 e poco dopo sbuchiamo, a q. 1455, sulla SP 85 salente da Lagolo. Seguiamo la provinciale in salita fino ad uno slargo dove si diparte sulla dx. una strada in ghiaia, in località Lavachel (a q. 1490-poco prima una graziosa chiesetta sulla dx., eretta dagli alpini di Lasino). Percorriamo su strada bianca un breve tratto a fianco dei rilievi, modesti a vederli dal prato sottostante, del Lavachel e della Palinegra(127), entrambi a quota 1527 (su alcune cartine sono riportate misure diverse di qualche m. per i due rilievi). Al trivio poco sotto prendiamo la strada più a dx., che non riporta nessun segnale (forse a questo verrà posto rimedio) ma è il segnavia n°24 degli itinerari dell'APT, che percorreremo attraverso prati verdi e vallette, fino ad un bivio (rif. barra a dx. vedi foto) per poi scendere nella suggestiva Val de le Moneghe. In fondo al prato di questa valle la strada evidente finisce e dobbiamo tagliare per il prato, anche se non c'è il timore di perdere la strada vista la limitata estensione. Dopo qualche metro, una strada che sembra scavata nell'erba, si apre sulla dx., inoltrandosi in salita nel fitto bosco d'abeti. Nel bosco la strada diventa una forestale che porta direttamente in discesa alla q. 1290 ed all'incontro con il sent. Sat 621 (2 h. 30'). Seguendo quest'ultimo in salita verso dx., giungiamo ad un nuovo bivio in prossimità dei lavori di rifacimento di un Rio. In agosto 2016 i lavori hanno inibito l’ultimo tratto del s. 621 (pochi metri, tutti in salita) ma l’eventuale intoppo si può ovviare proseguendo per il sentiero di salita e salendo, appena troviamo il confine dell’Orto Botanico, tramite un erto sentierino nell’erba, nel piazzale antistante il Rif. Viote. Da qui saliamo per la breve stradina che collega il Rifugio al Parcheggio ed alla fermata dell’autobus, dopo 3 h. 15', a q. 1560. Gli orari non sono sempre felici. In caso di ritorno a piedi la via migliore è sicuramente verso Sopramonte o Sardagna.