descrizione
SEGNAVIA BIANCO-ROSSI CONTRADDISTINTI DALLA LETTERA “D”.
Dal “Balcone sull’Alta Val Torre” (così viene definita la piazza panoramica di Villanova delle Grotte) saliamo verso il cimitero per girare poi a sinistra. Ignoriamo la strada che prosegue per Chialminis e scendiamo su quella che si addentra nel paese. Proseguiamo fino all’ultima casa (O,45 KM.), dove saliamo a sinistra per raggiungere nuovamente la strada principale.
Proseguiamo in discesa per circa 150 mt., e poi scendiamo lungo la breve scalinata in lastre di porfido che termina nelle vicinanze del Ristoro Terminal (1,0 km - 636 mt.). Dal piazzale, prendiamo la strada a destra che porta a B.go Vigant.
Circa 600 mt. più avanti intercettiamo l’Escursione del Monte Bernadia che si immette, dalla sinistra, sulla nostra rotabile. Da ora in avanti ci sono i segnavia “D” ed “L” che contraddistingue l’itinerario di Vigant. Procediamo ancora lungo la rotabile, per 400 mt. (2,10 km.) e poi scendiamo, a destra, per proseguire il nostro cammino su una pista forestale che ci condurrà all’Abisso di Vigant (2,90 km.).
Da qui saliamo sull’ampia ed antica mulattiera che collega B.go Vigant a B.go Sturma. Circa 200 mt. oltre l’accesso all’abisso abbandoniamo la mulattiera e proseguiamo lungo il sentiero che si stacca a sinistra. Dopo una brevissima ascesa, quest’ultimo, scende leggermente. Dopo aver attraversato un breve falsopiano, dove è richiesta un po’ di prudenza a causa di una scarpata pericolosa sulla sinistra (segnalata), e l’alveo del Rio Preoreach, riprendiamo nuovamente a salire.
Nei tratti dove la vegetazione è meno rigogliosa possiamo ammirare, a sinistra, uno scorcio della pianura friulana. L’itinerario procede con un dolce saliscendi fino a raggiungere Chialminis e più precisamente B.go di Mezzo (4,30 km - 622 mt.). In cima alla breve rampa finale, raggiungiamo la rotabile e proseguiamo a sinistra, in direzione di Nimis.
Poco più avanti possiamo rinfrescarci alla fontana che si trova sempre a sinistra della carreggiata. Oltre l’abitato continuiamo lungo un rettilineo ed alla prima biforcazione (5,00 km - 596 mt.) prendiamo a destra verso la piccola borgata di Tamar. Raggiuntala, scendiamo lungo la via principale per imboccare il sentiero che ci porterà al forte del Bernadia.
Dopo un breve attraversamento, ad una biforcazione, saliamo bruscamente a destra ( 5,90 km.). Da qui in avanti inizia la parte più impegnativa del percorso poiché in poco più di 2 km copriamo un dislivello di quasi 250 mt. salendo dai 612 mt. di B.go Tamar agli 852 mt. del M.te Bernadia. Lungo il cammino passiamo a sinistra di una baita in legno circondata da un’abetaia ed alcune centinaia di metri più avanti, ad una biforcazione del sentiero, proseguiamo a destra per raggiungere in breve tempo il panoramicissima M.te Pocivalo dove possiamo ancora osservare i resti di una batteria della Prima Guerra Mondiale.
L’appostamento di artiglieria era costituito da 2 piccole caserme blindate e da una struttura seminterrata blindata, ancora in ottime condizioni, per il deposito delle munizioni e per i serventi della batteria stessa.
Dopo una breve sosta, attraversiamo diritti tutto il tratto inerbato e riprendiamo a salire a destra, verso la cima del M.te Bernadia in mezzo ad un paesaggio boschivo caratterizzato da numerose doline, pozzi ed inghiottitoi di chiara origine carsica. La flora del sottobosco è molto varia ed interessante, particolarmente in primavera. Lungo questo tratto intermedio si sviluppa anche l’itinerario denominato “Sentiero del M.te Bernadia” che sale da Sedilis.
Poco prima di portare a termine l’impegnativa ascesa, ai lati del sentiero, notiamo due tabelle indicatrici dove ci vengono illustrate dettagliatamente le caratteristiche ambientali del territorio che stiamo attraversando.
Terminato il sentiero (8,10 km - 852 mt.) raggiungiamo il piazzale antistante il forte, risalente alla Prima Guerra Mondiale, ed il monumento faro, alto venti mt. costruito nel 1959 dalla sezione alpini in congedo di Tarcento a ricordo dei soldati della Divisione Julia, diventato poi uno dei simboli del Tarcentino. Il forte venne costruito fra il 1908 ed il 1913 per far parte, assieme a Col Roncone, Fagagna e Tricesimo, del gigantesco sistema difensivo del Medio Tagliamento. La funzione strategica di questa opera era quella di proteggere i ponti sul fiume ed impedire l’invasione dell’esercito austro-ungarico dalla Val Torre. Ma quando, il 24 ottobre 1917, l’invasione ci fu veramente, dalla parte di Uccea e Passo Tanamea, il fortino era già da tempo abbandonato ed i suoi armamenti trasferiti al fronte.
Ottimamente conservato e visitabile all’interno, il forte si presenta con una facciata compatta, preceduta da un alto fossato. Sul tetto piano, dal quale si gode un’ottima vista verso ovest sulla piana del Tagliamento, trovavano posto 4 pezzi di artiglieria pesante. Annessi al forte ci sono vari magazzini, caserme, garitte e, numerosi cunicoli sotterranei di collegamento. Il forte è stato completamente ripristinato nel corso del 2007 e la zona è stata dotata di altre infrastrutture.
Dal piazzale ammiriamo per l’ultima volta il panorama su tutta la pianura friulana, fino al mare, e poi proseguiamo sulla strada di fronte, che scende a Sedilis, per circa 200 mt. e quindi imbocchiamo una carrareccia che prosegue sulla nostra destra.
Qualche centinaio di metri più avanti troviamo un ampio spiazzo disboscato. Saliamo a destra sempre lungo la ex strada militare che portava alle postazioni del monte. Poco prima dell’impianto dell’antenna RAI troviamo l’indicazione dei -4 km.
Lasciamo alla nostra destra l’antenna e poco dopo scendiamo lungo il sentiero che ci riporterà a Villanova. Nel primo tratto dobbiamo prestare maggior attenzione perché il fondo è in gran parte costituito da pietre affioranti e risulta sconnesso anche a causa del continuo transito delle solite moto da cross.
Al termine dei pendio ( 10,60 km) attraversiamo una piccola valletta per poi continuare sulla parte opposta lungo un tratto in falsopiano. Cammin facendo passiamo a fianco dei ruderi di alcune casere abbandonate e più avanti attraversiamo una piccola abetaia dove il sentiero è abbastanza ripido ed è quindi necessaria maggior cautela.
Tutt’attorno notiamo terrazzamenti all’interno delle doline, un tempo coltivate, poichè il terreno con l’accumulo di materiale vegetale risultava ricco di humus, contrariamente alle zone rocciose circostanti, scarsamente fertili.
Raggiungiamo la sorgente Mlacina dove troviamo una vasca di raccolta d’acqua, delimitata da un muretto e da elementi sagomati in pietra. Un incessante abbaiare di cani ci segnala che ci stiamo avvicinando a B.go Dolina.
Raggiunte le prime abitazioni della piccola borgata proseguiamo lungo la via principale e dopo poche centinaia di mt., passiamo davanti all’ex Osteria con Cucina “La Zucule”. Lasciandola sulla sinistra, qualche decina di mt. Più avanti raggiungiamo la piazza principale del paese portando così a termine la nostra interessante, anche se un po’ impegnativa, escursione.
.