avvicinamento
Come per tutte le altre escursioni che proponiamo da Tarcento bisogna seguire le indicazioni Lusevera -Alta Val Torre. Dopo aver superato Ciseriis (ultima frazione del Comune di Tarcento) bisogna risalire l'angusta vallata ed il primo paese che si incontra è proprio Vedronza. L'escursione parte dal ponte sul Torrente Torre che si trova poco oltre l'Albergo Stefanutti. L'itinerario non presenta particolari difficoltà se non la breve ascesa da Pradielis a Micottis. possibilmente scarponi e bastoncini. Poichè una parte dell'itinerario e' all'ombra potrebbero esserci tratti ghiacciati durante la stagione invernale.
descrizione
SEGNAVIA BIANCO-ROSSI CONTRADDISTINTI DALLA LETTERA “A”.
Iniziamo la nostra escursione partendo dall’Albergo Stefanutti a Vedronza ed appena attraversato il nuovo ponte sul Torrente Torre prendiamo a destra come dall’indicazione riportata sul cartello affisso sul palo di un lampione.
Oltre le ultime case di B.go Oltretorre andiamo avanti a sinistra per percorrere il pittoresco sentiero, immerso in una fitta vegetazione, che ci permette di giungere a Pradielis. Dopo poche decine di mt. passiamo a lato di una piccola icona votiva.
Questo sentiero in passato era molto frequentato anche per raggiungere gli appezzamenti un tempo coltivati, ed oggi quasi completamente rimboschiti, situati alle pendici del M.te Clabagnavizza.
Lungo il cammino si possono notare ancora ben evidenti le tracce dei terrazzamenti, sostenuti da importanti opere in pietra. Alcuni tratti dei manufatti sono parzialmente diroccati, anche a causa dei grossi apparati radicali degli alberi cresciuti a monte degli stessi.
Il sentiero metteva in comunicazione Vedronza e Pradielis lungo la riva destra del Torrente Torre, rappresentando un’alternativa, senz’altro molto più sicura e nascosta, alla via più battuta e conosciuta della riva opposta. Il sottobosco ora è parzialmente ricoperto da rovi e da piccoli arbusti, ma non mancano felci ed altre bulbose e lungo il corso del torrente troviamo parecchi salici.
Il nostro incedere è, per lunghi tratti, accompagnato dal gorgheggiare dell’acqua che scorre fra i sassi del torrente e molto spesso dal melodioso canto di fringuelli, merli, usignoli, cinciallegre e nel periodo estivo dell’immancabile cuculo.
Appena terminata la fitta vegetazione che caratterizza questa zona denominata “Pod Ledina” notiamo, a sinistra in alto, il fabbricato che un tempo ospitava la ex stalla sociale del Comune; poco oltre attraversiamo un ponticello sul Rio Pod Riepic che scende dal M.te Postoncicco.
Sullo sfondo già notiamo il superbo campanile di Pradielis, costruito agli inizi del ‘900 ed alto 47 mt., che ha resistito egregiamente al tragico sisma del ’76 che distrusse quasi completamente il resto del paese. Percorse alcune centinaia di mt. di strada asfaltata, giungiamo nelle vicinanze della cabina dell’ENEL (2,00 km. – 352). Saliamo a sinistra lungo la strada che porta al cimitero del paese e poco prima dell’ultima casa imbocchiamo la rotabile che ci porterà (sempre diritti) fino alla fine del paese in B.go Savart..
Dopo qualche centinaio di metri troviamo a sinistra all’interno di un’icona un bel mosaico rappresentante la sacra famiglia opera del maestro Luigi Molaro.
Quasi al termine dell’abitato, scendiamo per un breve tratto e dopo aver attraversato la SS 646 (facendo molta attenzione poiché i veicoli in transito, hanno solitamente velocità elevate) imbocchiamo una stradina asfaltata che corre parallela alla riva destra del Torrente Torre.
Oltrepassato un primo ponte (3,00 km – 362) procediamo lungo un breve tratto di carrareccia sterrata e prima di un secondo ponticello ci inoltriamo a destra lungo un sentiero, che attraversa prima il canale di derivazione della ex centrale idroelettrica di Vedronza e quindi la località chiamata “Luscavaz” (che ha suggerito la denominazione del circuito stesso).
Appena passati oltre il ponticello in cemento sul canale dismesso, che con grande fatica è stato realizzato da maestranze locali, percorriamo un breve tratto di sentiero piuttosto ripido e stretto ma appena usciti da una piccola abetaia la pendenza di quest’ultimo diminuisce e contemporaneamente aumenta la sua sezione.
A tratti affiorano anche tracce di lastricatura e sono ancora ben visibili antichi terrazzamenti sostenuti da muri a secco anche di una certa entità. Superato un dislivello di circa 140 mt. raggiungiamo la frazione di Micottis ( 4,10 km – 456) dove, dopo aver percorso un brevissimo tratto di strada asfaltata, scendiamo a sinistra per raggiungere le prime case di Micottis. Strada facendo alla sinistra vediamo prima una fontana e subito più avanti un’icona votiva recentemente restaurata.
Attraversiamo per la prima volta il Rio Malischiat su un ponte (4 km - 500 mt.) in corrispondenza del quale la strada riprende a salire per l'ultimo brevissimo tratto. Poco prima del ponte sono visibili sulla destra, sotto la carreggiata, i ruderi del vecchio mulino di Micottis oramai ricoperti dalla vegetazione. In prossimità di una piazzola (4,70 km – 560) troviamo la deviazione che ci porta a scendere lungo una delle tante piste forestali che solcano il territorio comunale di Lusevera.
Dopo esserci rinfrescati presso la seconda fontana della frazione, che si trova a sinistra, ci avviamo lungo l’ampia pista forestale che, superati 2 tornanti iniziali, prosegue con una inclinazione abbastanza moderata, immersa in una fitta vegetazione composta da aceri, castagni, frassini, ontani, roverelle e dagli immancabili noccioli che si sono impossessati dei prati utilizzati in passato per la fienagione. Il silenzio dei boschi è spesso interrotto anche dal ritmico tambureggiare del picchio, alla continua ricerca di larve all’interno dei tronchi in legno.
Giunti a fondovalle, passiamo alla sinistra di alcune casere abbandonate e parzialmente diroccate. Attraversiamo in seguito due ponticelli, di cui il secondo sul Rio Lastra, per proseguire ancora a destra.
Lungo il Rio Lastra consistenti depositi di travertino danno luogo a originali cascatelle che d’inverno, quando la temperatura rimane per parecchio tempo sotto lo zero termico, tendono a ghiacciare regalandoci così un paesaggio particolarmente suggestivo.
Dallo spiazzo che troviamo poche decine di mt. oltre il secondo ponte partono una pista forestale che sale ed una carrareccia che scende verso Vedronza. Imbocchiamo quest’ultima che prosegue lambendo la riva sinistra del Rio Malischiat. Più avanti osserviamo un deposito attrezzi di un’impresa boschiva ed una stalla. Fino al 2020 qui c’era anche l’agriturismo “il Boscaiolo” di Demetrio Giudice purtroppo scomparso a causa del tremendo Covid. Attraversato l’ennesimo ponte, la carrareccia termina lasciando spazio ad un’ampia strada asfaltata che conduce prima alla zona artigianale di Tunis, riconoscibile per la presenza di un paio di capannoni, e successivamente a Vedronza.
Lungo questo tratto raggiungiamo il 7* km (344 mt) ed alla fine della strada passiamo a fianco dell’Ufficio Postale dopo il quale procediamo a sinistra e poco più avanti superato per l’ultima volta il Rio Malischiat e il piazzale antistante la Sede Municipale ci immettiamo definitivamente sulla SS 646 in prossimità della scuola elementare. Qui incrociamo anche l’“Itinerario Panoramico” che scende da Villanova delle Grotte. L’escursione praticamente volge al termine poiché rimangono soltanto 400 mt. per raggiungere nuovamente l’Albergo Stefanutti..