avvicinamento
Da Tarcento seguiamo le indicazioni Lusevera-Alta Val Torre. Giunti a Vedronza, si proseguiamo prima verso Pradielis e successivamente verso la vicina Slovenia. Giunti nei pressi delle Sorgenti del Torre attraversiamo il ponte sul Torrente Mea, seguendo le indicazioni per Musi. Proseguiamo sempre diritti, ignorando una strada che scende a sinistra, ed appena giunti nella piccola frazione giriamo subito a destra lungo la strada che conduce a B.go Simaz. Dopo poco più di un chilometro giungiamo alla piazzola, con in mezzo una fontana, dove possiamo parcheggiare. Da qui inizia la nostra escursione che non presenta particolari difficoltà ma richiede soltanto un minimo di attenzione nell'attraversare i greti sassosi dei torrenti, generalmente privi di acqua, che si trovano lungo il percorso.
descrizione
SEGNAVIA BIANCO-ROSSI
l'escursione Valle Musi ci porta da B.go Simaz-Musi sino all’Albergo del Pian dei Ciclamini, in meno di 2 ore. L’itinerario è molto vario e non presenta particolari difficoltà; i continui saliscendi ed i cambiamenti di direzione lo rendono sempre interessante ed adatto ad una vasta utenza anche in virtù di un dislivello complessivo piuttosto contenuto (circa 200 mt).
L’imponente catena dei Monti Musi fa da sfondo ad un ambiente con paesaggi molto diversi fra loro e a volte anche unici; boschetti, prati, greti di torrenti e praterie di ginestre si alternano con frequenza lungo il sentiero. Il tracciato del Sentiero Natura è antico poichè un tempo collegava tra loro le casere e i pascoli posti lungo la valle del Torrente Mea. L’ambiente si presenta in gran parte integro e consente di osservare oltre a varie particolarità naturali, anche alcune cose curiose.
Seguendo con attenzione tutti i 15 pannelli illustrativi, dislocati dal Parco delle Prealpi Giulie lungo il percorso, possiamo facilmente scoprire le sue caratteristiche principali.
Giunti in auto in località Sorgenti del Torre a Musi attraversiamo, a sinistra, il ponte sul Torrente Mea per salire poi verso B.go Tanataveile. Giunti alle prime case della piccola borgata (627 mt.), prendiamo a destra passando davanti alla caratteristica chiesetta ed al cimitero della piccola frazione. Circa un chilometro più avanti giungiamo a B.go Simaz (619 mt.) dove parcheggiamo l’auto per iniziare l’escursione a piedi.
Dopo poche centinaia di metri raggiungiamo un’icona votiva, dedicata alla Madonna della Neve, a pochi metri dalla quale un grande cartello segnala l’inizio del Sentiero Natura “Valle Musi”. Soltanto per questa escursione le indicazioni anzichè essere bianco-rosse, come nel resto del Comune, sono giallo-rosse.
Il paesaggio che incontriamo da qui alla fine dell’escursione, pur trovandoci nella zona più piovosa d’Italia e in una delle più piovose d’Europa, è arido e pietroso e sono del tutto assenti i corsi d’acqua perenni; l’unica sorgente, non sempre attiva, si trova a metà sentiero.
L’assenza d’acqua corrente è dovuta al grande spessore delle ghiaie che, come una grossa spugna, assorbono totalmente le precipitazioni, tanto che anche dopo forti acquazzoni sul sentiero non troveremo mai una sola pozza d’acqua. Lungo il sentiero troviamo delle aree attrezzate per eventuali soste.
Muoviamo i primi passi attraversando un boschetto di carpino nero ed orniello cui fa seguito una successione di belle radure. Giungiamo in breve alla pendici del M.te Ruscie caratterizzate da un suolo più arido e sassoso. In questi luoghi, a primavera, possiamo osservare una interessante fioritura di specie che solitamente fioriscono a quote più elevate come il camedrio o il rododendro nano e che scendono fin quaggiù poichè trovano un ambiente favorevole lungo i greti ed i ghiaioni.
Nella tarda estate invece il colore prevalente è il rosa carico della genzianella pelosa che si rinviene comunemente lungo tutto il percorso. Attraversiamo quindi un terrazzo alluvionale aridissimo, con alberi che crescono come bonsai naturali dovendosi adattare a condizioni estreme. Scesi sul greto asciutto del Rio Zalodra (mt. 639) raggiungiamo un’estesa radura un tempo sede di un poligono militare.
Qui il paesaggio è unico e particolarissimo. Una vastissima prateria in leggera salita si apre dinnanzi a noi, compresa tre le rocciose pareti strapiombanti dei Musi ed il versante settentrionale del Gran Monte coperto da estese faggete. In primavera le fioriture di ginestre stellate conferiscono al luogo un pittoresco aspetto. Nei pressi di un albero, dove troviamo anche una panchina, un cartello ci indica di piegare a sinistra per risalire un grande conoide detritico (1,30 km - 640 mt.) raggiungendo dopo poche centinaia di mt. i ruderi delle Casere Tanatcoda, all’ombra di un gruppo di grossi tigli.
Avvicinandoci alle pendici del M.te Tamor il sentiero risale ripido e stretto una china erbosa, dietro la ex casera, ed in breve raggiungiamo un pulpito panoramico (1,90 km - 670 mt.) dove incrociamo anche il sentiero CAI 737 che sale da destra e che porta prima al Bivacco Brollo e successivamente alla vetta del M.te Musi. Il bivacco (che può ospitare diversi posti letto) è visibile su uno degli innumerevoli speroni rocciosi che svettano 1000 mt. più in alto, ma il sentiero per raggiungerlo è riservato ad escursionisti esperti ed allenati. Da qui scendiamo brevemente per raggiungere il greto asciutto di uno dei tanti rii che scendono dalle anguste valli del Monte Musi.
Enormi massi bianchi ci costringono a zigzagare sull’alveo del Rio Tapotamor prima di raggiungere la sponda opposta e dopo poche centinata di mt. l’Agriturismo Ale.Gra (2,30 km - 650 mt.) con le sue caratteristiche casette con il tetto in vetro. Qui il sentiero viene sostituito da un’ampia pista forestale che noi percorriamo in direzione sud, portandoci verso il Torrente Mea (2,90 km - 642 mt).
Da alcuni spiragli che si aprono tra i fittissimi noccioleti, la vista si concentra sui numerosi muri a secco dei terrazzamenti e le vecchie stradine che si insinuano tra le proprietà abbandonate. Riguadagnato il fondovalle, dopo un breve tratto nel bosco, il sentiero esce nuovamente sulle ghiaie del Torrente Mea, a poca distanza della SS 646, e risale verso nord. Le sue ghiaie sono invase da salici arbustivi e cespugli di piante frugali in mezzo ai quali possiamo osservare le ultime fioriture della campanula cespugliosa.
Il cammino è agevole e decisamente avvincente perché conduce in una rada pineta dove sono presenti, oltre al pino nero, isolati esemplari di pino mugo e fitti cespugli di ginepro (3,3 km - 698 mt.).
Lasciata sulla destra una delle numerose briglie, costruite lungo il Mea per rallentare l’impeto delle piene, giungiamo nei pressi di una formazione di faggi (3,40 km) che indica un substrato più stabile e con un certo tenore di umidità. Usciti dal sentiero deviamo verso nord, e seguendo un’ampia pista forestale, raggiungiamo in breve la località Casere Trepetnica (3,80 km 754 mt). Si tratta di antiche casere ora ricostruite, riconvertite in baite ed abitate solo nei fine settimana o in estate. Dietro alla baita di destra troviamo una fontana con acqua freschissima.
Prendiamo l’invitante stradina sulla destra e dopo un breve tratto nella boscaglia il sentiero prosegue in direzione del greto sassoso del Rio Masariot che attraversiamo destreggiandoci tra i sassi. Subito dopo scendiamo brevemente per poi riprendere a salire. Dopo poche centinaia di mt. giungiamo così al complesso delle baite Sriegnibosch (4,20 km - 752 mt.) dove troviamo un villaggio di baite molto caratteristiche, alcune delle quali costruite di recente. E’ l’insediamento abitativo più ampio della zona: numerosi edifici accolgono inaspettatamente l’escursionista ormai abituatosi ad ambienti selvaggi ed inospitali.
Lasciando ancora a destra la carrareccia, che sbocca sulla strada principale, proseguiamo lungo il sentiero che inizia alla destra del muro di cinta di Baita Jacolutti. La prima parte del sentiero è accompagnata da muri a secco. Il bosco si interrompe bruscamente in corrispondenza dell’ultima grande fiumana ghiaiosa che attraversiamo facendo buon uso delle segnalazioni. Ancora un breve tratto in salita, sfiorando alcune abitazioni, ed il sentiero trova la sua conclusione in corrispondenza del Pian dei Ciclamini (5,2 km - 795 mt.).
Per il ritorno bisogna percorrere a ritroso lo stesso itinerario
NOTE:
L’itinerario si sviluppa ad un’altezza fra i 600 e gli 800 mt. in un paesaggio tipicamente montano a diretto contatto con la catena rocciosa del M.te Musi.
DISLIVELLO COMPLESSIVO: meno di 200 mt.
SVILUPPO TOTALE DEL CIRCUITO: 5,20 km per la sola andata
PUNTO PIU’ ALTO: Pian dei Ciclamini mt.795
PUNTO PIU’ BASSO: alla partenza B.go Simaz mt.620