avvicinamento
Partendo da Tarcento seguiamo le indicazioni per Lusevera- Slovenia. Superato Ciseriis risaliamo la vallata fino al Bivio per Villanova delle Grotte. Saliamo a destra fino a raggiungere il paese. All'incrocio che troviamo dopo le prime case proseguiamo diritti imboccando la strada che si trova davanti a noi ignorando quella a destra e quella a sinistra. Raggiungiamo la piazza principale di Villanova detta anche "Balcone sull'Alta Val Torre" e qui possiamo parcheggiare per iniziare l'escursione.
descrizione
SEGNAVIA BIANCO-ROSSO CONTRADDISTINTO DALLA LETTERA “I”
Iniziamo l’escursione dalla piazza principale di Villanova delle Grotte (680 mt.) in direzione del cimitero, per poi proseguire, a sinistra, lungo la strada comunale che porta a Chialminis (ignoriamo quella che scende a B.go Zajama). Seguiamo sempre il segnavia contraddistinto dalla lettera “I”.
Dopo circa 500 mt. giungiamo nei pressi di uno spiazzo transennato dove, tra gli anni ’60 e ’70, fu costruito il pozzo “Bernadia 1” per la ricerca degli idrocarburi nel sottosuolo da parte dell’AGIP. Tutto fu abbandonato poichè la quantità di petrolio era insufficiente per rendere economicamente conveniente la sua estrazione.
Qui abbandoniamo la strada principale ed imbocchiamo a destra il sentiero, che raggiunto il M.te Zacounich (894 mt.), prosegue raccordandosi poi alla strada che collega Villanova al M.te Bernadia.
La primissima parte del sentiero è un po’ ripida poi quest’ultimo prosegue all’interno di una fitta vegetazione con dolci saliscendi. Dopo 200 mt. (0,75 km - 733 mt.) passiamo nelle vicinanze del serbatoio di un acquedotto e tutt’attorno possiamo notare vari terrazzamenti in pietra e muri a secco, chiaro indizio di antiche delimitazioni di appezzamenti coltivati.
Al bivio successivo proseguiamo a destra per inoltrarci qualche centinaio di mt. più avanti all’interno di un’abetaia (1,8 km - 766 mt.). Al termine della stessa l’itinerario prosegue in falsopiano tenendosi sulla sinistra per giungere ad un trivio (1,8 km - 770 mt.). Noi saliamo a destra in direzione del M.te Zapolic (791 mt.) mentre il sentiero che scende a sinistra permette di raggiungere Chialminis in meno di venti minuti.
La vegetazione è molto fitta ed è composta essenzialmente da grossi frassini, castagni, e qualche tiglio. Possiamo notare anche parecchi faggi che vegetano all’interno delle doline grazie al particolare microclima fresco e umido ivi presente. Solitamente i faggi si trovano a quote superiori e la loro presenza sul M.te Bernadia evidenzia il tipico fenomeno dell’inversione termica delle doline. Il sottobosco è caratterizzato nel periodo primaverile da fioriture particolarmente suggestive.
Il sentiero prosegue lungo un falsopiano fino a raggiungere una radura che superiamo proseguendo diritti. Al termine del sentiero (2,4 km - 780 mt.) scendiamo a destra per raggiungere la rotabile che sale al M.te Bernadia. Ora proseguiamo a sinistra, per circa 300 metri, prima di imboccare una pista forestale in leggera discesa.
In questo punto il nostro itinerario interseca le escursione delle Grotte e del M.te Bernadia, che scendono dalla cima del M.te Bernadia. Da ora in poi tutti e tre gli itinerari proseguono su un unico tracciato contraddistinto dalle lettere “D” e “I”.
Terminata una breve discesa (3,0 km - 760 mt.) proseguiamo a destra lungo un sentiero che con un continuo saliscendi ci riporta a Villanova dopo circa 2 km. Lungo tutto il tracciato all’interno del bosco sono ben evidenti i segni degli scavi provocati dai cinghiali e dai tassi, a caccia di tuberi e rizomi delle piante nel sottobosco.
Dopo 300 mt.i (3,3 km - 760 mt.) attraversiamo, salendo leggermente, l’ennesima piccola formazione artificiale di conifere e poco più avanti transitiamo nella vicinanza dei ruderi di alcune casere abbandonate. All’interno di una dolina sulla destra si erge maestoso un grosso abete. A monte del sentiero troviamo per lunghi tratti muri in pietra costruiti a secco ed anche parecchi terrazzamenti.
Gran parte di queste pietre erano state ricavate a seguito della bonifica e del dissodamento dei terreni circostanti trasformati nei primi decenni del secolo in estese pendici di pascolo.
Scendiamo per continuare poi su un falsopiano fino a raggiungere un piccolo rigagnolo generalmente privo d’acqua e subito dopo, portandoci sulla sinistra, raggiungiamo quota 730 mt. (4,0 km).
Il sentiero riprende a scendere inoltrandosi nell’ennesima abetaia all’interno della quale il fondo in terra battuta che può risultare sdrucciolevole particolarmente nelle giornata più umide. E’ necessario procedere con una certa cautela.
All’uscita dal boschetto il sentiero sale per l’ultima volta prima di ridiscendere verso la sorgente Mlacina dove troviamo una vasca di raccolta acqua, delimitata da un muretto e da elementi sagomati in pietra (4,4 km). E’ un luogo particolarmente interessante visto che si sviluppa in un’area carsica nella quale le sorgenti superficiali sono del tutto assenti o rare. Da qui in avanti il tragitto prosegue prevalentemente in leggera discesa ed il fondo in lastricato, alternato a terra battuta, ha una larghezza di quasi due mt.
Tutt’attorno notiamo sempre terrazzamenti all’interno delle conche carsiche che un tempo venivano coltivate in quanto il terreno delle doline, a causa dell’accumulo del materiale vegetale, risultava ricco di humus, contrariamente alle zone rocciose circostanti scarsamente fertili. Al tempo stesso il fatto che presentavano sul fondo un condotto drenante, permetteva il dilavamento dell’eccesso di calcare, che in altri luoghi invece permaneva in superficie rendendo improduttivo il suolo per scopi agricoli.
Un incessante abbaiare di cani (i veri guardiani della borgata) ci segnala che ci stiamo avvicinando alle prime case di B.go Dolina (4,8 km - 668 mt.). La struttura urbana e le tipologie architettoniche del borgo si sono ben conservate e sono state adeguatamente ristrutturate dopo il sisma del ’76 con largo uso di pietre faccia vista e legno e pertanto rappresenta uno dei pochi esempi di insediamento a testimonianza dello stile di vita passato.
Proseguiamo sulla via centrale di questo originale agglomerato di abitazioni e dopo alcune centinaia di mt. raggiungiamo l’ex Osteria con Cucina “La Zucule” (5,1 km - 667 mt.).
Oramai poche centinaia di metri mancano per completare l’escursione.
NOTE: Si tratta di un percorso ampio e quasi pianeggiante, con minimi dislivelli, che si sviluppa all’interno dei boschi misti del M.te Bernadia, e di un territorio ricco di doline.
Sul M.te Bernadia si incontrano rocce calcaree, costituite cioè in gran parte da carbonato di calcio. Queste si sono formate nel periodo Cretacico, circa 200 milioni di anni fa, per deposizione in ambiente marino tropicale. Gli strati rocciosi sono stati poi sollevati dalle imponenti spinte tettoniche che hanno formato l’arco alpino, spinte che hanno portato la Bernadia nella attuale posizione, facendola “scivolare” al di sopra dei più giovani colli eocenici di Sedilis e Ramandolo.
Le rocce della Bernadia sono vulnerabili all’aggressione chimica dell’acqua piovana “acidificata”, andando incontro ad un processo noto come dissoluzione chimica. Ne scaturiscono una miriade di forme di dissoluzione, che comportano altrettante morfologie ben osservabili sulle rocce dell’altopiano: dalle scanalature carsiche ai campi solcati, dalle vaschette di dissoluzione alle grize, per poi passare a macroforme carsiche come doline, pozzi ed inghiottitoi.
L’escursione non presenta grosse difficoltà e la lunghezza complessiva del percorso supera di poco i 5 km.
DISLIVELLO COMPLESSIVO: circa 130 mt.
SVILUPPO COMPLESSIVO DELL’ESCURSIONE: 5,35 km
PUNTO PIU’ ALTO: inizio pista verso Villanova 795 mt.
PUNTO PIU’ BASSO: B.go Dolina 668 mt.