avvicinamento
Parcheggio vicino al rifugio Padova
descrizione
La classificazione difficile è da addebitare solamente alla salita per Cime Spe, in quanto impegnativa.
Si parte dal celebre rifugio Padova a quota 1289m, e ci si inoltra nel fitto bosco che sale a destra, attraverso il Cai352 che sarà il sentiero guida di quasi tutta la salita fino a Forcella Spe.
Qui niente di diverso dalla classica mulattiera ma attenzione alle fittissime radici che traggono in inganno le caviglie molto spesso.
Si sale di buona lena, si fa l'ultimo tratto prima sul greto del torrente poi su ghiaioni; col mio passo sono arrivato in forcella in 2 ore.
Dalla forcella sono sceso al bivacco Gervasutti attraverso il Cai389 (puntinato rosso su Tabacco) che di suo non sarebbe difficile ma lo diventa per le continue frane che lo attraversano e la molto esile traccia che su terreno friabile diventa insidiosa.
Sceso al Gervasutti, ho sostato per mangiare qualcoaa e sono rientrato subito perché salendo la forcella mi ha ingolosito la salita a Cima Spe e quindi mi sono messo all'attacco subito salendo all'inizio su cresta sabbiosa, ma anche se non è una cima famosa per la difficoltà, bisogna prestarci attenzione, vista la friabilità della roccia che si affronta. La traccia è abbastanza intuitiva, basta seguire gli ometti che ogni tanto appaiono, non c'è però alcun tipo di bollinatura, quindi occhi aperti.
Da prestare attenzione solo in due punti (vedi foto) in uno spigolo un po' esposto e franoso attorno ai 2180m e poi sopra verso 2270m dopo l'aggiramento di uno spigolo c'è un canalino molto friabile in forte pendenza con passaggi di I e I+ molto viscidi, tastare bene la roccia perché è tutto un marciume.
Raggiunta la cima sono poi sceso a ritroso, non senza difficoltà perché è sopraggiunta una nuvola che non mi permetteva di vedere la traccia.
Rientrato alla forcella sono sceso di buona lena, ho tagliato un attimo prima dell'incrocio in fondo e prendendo alla base dei ghiaoni il Cai350 che accompagna in gradevole saliscendi al rifugio Tita Barba a quota 1821m dove ho mangiato (bene) e mi sono fermato 1 oretta a riposare e gustarmi l'ambiente meraviglioso.
Sono poi ripartito lasciando il rifugio e immettendomi sulla variante 4 del Cai350 che fa scendere molto velocemente il versante, attraversando una bellissima zona con belle casette proprio sopra a casera Vedorcia.
Belli anche i pascoli, dei prati rigogliosi e tenuti benissimo.
Arrivato a fondovalle ho dovuto riprendere la traccia del Cai352 dell'andata e ripercorre a ritroso il sentiero questa volta però in salita, sparandomi ulteriori 150D+ che dopo 14km non sono proprio il massimo, ma non c'è altro modo bisogna a passare di la.
Sono rientrato alla fine al Padova e ripartito alla volta di casa.
Considerazioni: per me è un gran bel giro, impegnativo, con molto dislivello, ci vuole gamba e fiato; la salita a Cima Spe può essere evitata è stata uno sfizio.
Bivacco Gervasutti secondo me da riprendere in mano, almeno una verniciata perché è ormai rosa non più rosso.
Ottima la bollinatura Cai lungo tutte le tracce ufficiali.
Copertura telefonica assente (10%)
Pensieri finali: ritengo che il Padova rimanga uno dei più bei rifugi di tutto l’arco dolomitico, una gestione accorta, una manutenzione dell’ambiente superba, un luogo meraviglioso soprattutto per i bambini.
Sono rimasto contento anche dell’ottima gestione del Tita Barba, peccato chiuda in inverno perché con la neve dovrebbe essere incantevole.