descrizione
Forse uno degli itinerari più belli del mio "andare in montagna", VERAMENTE BELLO!
Il Piz Zorlèt, obiettivo di giornata, e' parte del Gruppo della Marmolada, più precisamente Sottogruppo dell' Auta. Siamo in territorio di San Tomaso Agordino.
Pur elevandosi per per quasi 2400 metri s.l.m., la sua silhouette sembra quasi insignificante essendo attorrniato da infinite cime in cui l'occhio si perde. Solo conquistando la vetta ci si rende conto della bellezza mozzafiato del luogo, peraltro di conformazione vulcanica, molto diversa dalla dolomia circostante.
Qui l'orogenesi si è veramente sbizzarita dando il meglio di sè: si risalgono antiche colate di scura lava e si oltrepassano piccole valli formate da enormi massi neri. Veramente grandioso!
Il panorama dalla cima è unico, qui l'occhio si perde ad individuare i "mostri sacri" che svettano a poca distanza: Antelao, Pelmo, Pelsa, Civetta, i Monti del Sole, il San Pellegrino, la Marmolada...
Punto di partenza è il bellissimo borgo di Canacede, diciassette abitanti. Case in legno, tutto ordinato e pulito, qui la gente saluta. Il parcheggio è per poche auto, ma sono poche anche le persone che si cimentano in questa impresa.
Le indicazioni di inizio sentiero sono ben visibili e ci indirizzano verso nor-est. I segnavia, all'inizio abbondanti, hanno i colori bianco-rosso (non è sentiero Cai) e ci portano a percorrere, per un tratto in buona pendenza, il Triol de la Locìa, antica strada da slitta immersa tra i larici.
Circa a quota 1700 m.s.l.m., in località Col da Mont , lasciamo la comoda traccia per seguire sulla sinistra le indicazioni per il Piz Zorlèt. Qui il sentiero si impenna ulteriormente e diventa nettamente piu' selvaggio fino ad approdare sui prati sommitali, dai quali inizia ad aprirsi uno stupendo panorama.
Manca ancora molto alla Cima e le pale erbose si verticalizzano ulteriormente, i segnavia praticamente spariscono e qualche tratto si percorre in buona esposizione inoltre la risalita finale neccessita del superamento di alcuni nevai residuali di fine primavera.
Dalla vetta si offrono due opzioni di discesa : per la via di risalita o tramite le creste nord, poi sulle pendici del maestoso Sasso Bianco infine verso Forcella S'ciuota. Successivamente in verticale discesa verso l'altro bel borgo di Costòia (nove abitanti!).
La seconda opzione, da noi scelta, se effettuata in conzioni invernali, o post invernali come nel nostro caso, è forse la parte più difficile del percorso
in quanto la zona è VERAMENTE selvaggia: flebili traccie a volte inesistenti, pale valanghive verticali e continui colatoi ghiacciati da superare.
Qui scivolare potrebbe costar caro! Senza traccia, conoscenza del luogo o almeno un minimo di senso di orientamento MEGLIO LASCIAR PERDERE!.
Siamo nella zona della Agusìei, comunque di grandiosa e selvaggia bellezza. Qui flora e fauna danno il meglio: camosci, volpi, rapaci. Molte tracce di lupo.
La parte finale della discesa verso Costòia coincide purtroppo con una scomoda e verticale, ma veramente verticale, strada forestale cementata, con perdita di quota da recuperare successivamente per asfalto verso il parcheggio a Canacède. Noi abbiamo optato per un taglio strategico che dal Molìn de Ru porta all'ultimo tornante.
Qualche consiglio:
Il percorso, se pur di modesto dislivello, concentra la risalita in tre kilometri, con una media di pendenza del 40% il che potrebbe essere discriminante per escursionisti non allenati. Utili i ramponi forestali (fer da tac) e abbigliamento pesante al seguito.
Senza traccia meglio evitare l'anello per Forcella S'ciuota.
Grazie a tutta la bella compagnia: Carla, Vania, Manuela, Massimo e infine Mara.
Lince
