avvicinamento
Parcheggiare a Colfosco nei pressi della fermata del bus Sellaronda. Prendere il pulman direzione Passo Pordoi. Informarsi anzitempo degli orari del bus
descrizione
Dalla stazione a monte della funivia del Sass Pordoi (2950) il sentiro 627 porta in breve al Rif. Forcella Pordoi (2829), da qui si prosegue sul pianoro tenendo la parete ovest del Piz Boé alla propria destra fino a raggiungere il Rif. Boè (2871). Qui inizia il tratto più impegnativo dell'escursione, il sentiero 666 sale ripido all'Antersass (2907) scavalcandolo e con continui saliscendi a tratti anche ripidi arriva alla base della Cima Pisciadù (volendo si può salire in vetta, A/R circa 45 minuti). Il sentiero aggira la Cima Pisciadù scendendo la Val de Tita con alcuni tratti attrezzati con pioli e cavo metallico, fiancheggia il lato est del Vallone di Pisciadù fino all'omonimo lago e al Rif. Cavazza (2585). Da qui il sentiero 676 punta verso est, scavalca le cascatelle del Rio Pisciadù e scende ripido nella Val di Bosli con un centinaio di metri attrezzati con cavo metallico. Il sentiero termina quindi incrociando il 651 che scendende dalla Val Mesdì di cui si percorre l'ultimo tratto fino all'uscita in vista di Colfosco. Da qui si giunge comodamente al parcheggio. Nonostante la presenza di tratti attrezzati non è mai necessaria l'attrezzatura da ferrata, per chi non ha piede fermo, per i meno esperti o per chi soffre l'esposizione anche minima, si può pensare di assicurarli sui pioli del Vallon de Pisciadù e nella Val di Bosli ma più per supporto psicologico che tecnico. Prestare attenzione anche nel ripido tratto di uscita dalla Val Mesdì per il fondo estrememente sdruciolevole in ogni condizione.
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